Di Carola Olmi
Adesso sì che può mettersi a fare politica. Magari il ministro, visto che con l’uscita di Federica Mogherini destinata al nuovo incarico europeo (ma potrebbe non essere l’unica casella a liberarsi) c’è già un posto libero. Con tutti i soldi che però ha preso per lasciare l’incarico di amministratore delegato di Luxottica, Andrea Guerra potrebbe però valutare anche molto altro, compreso fare il grande salto e trasformarsi da supermanager in capitano d’industria. I quattrini per cominciare, anche in un mercato globale e stellare come quello della moda da cui proviene, non gli mancheranno. Per dirsi addio Leonardo Del Vecchio, patron del primo produttore italiano di occhiali (ma anche di molto altro) gli ha corrisposto un compenso complessivo di 45 milioni tra buonuscita, patto di non concorrenza ed esercizio di stock option.
Busta paga pesante
Il solo incentivo all’esodo è stato quantificato in 10 milioni lordi, a cui si aggiunge la somma lorda di 592.294 a fronte della rinuncia di Guerra ad azioni legali nei confronti del gruppo. Oltre a questo è previsto un patto di non concorrenza di 800mila euro lordi. È stata inoltre concordata la vendita delle 813.500 azioni Luxottica già di titolarità di Guerra all’azionista di riferimento della società in quanto rivenienti dal precedente esercizio di piani di incentivazione a un prezzo di 41,5 euro per azione per un controvalore di 33,7 milioni. Niente male, ma in fin dei conti tutti soldi meritati perchè nel lungo periodo della sua gestione Luxottica ha macinato centinaia di milioni di guadagni sul mercato italiano e ancor più in quelli esteri, a partire dagli Stati Uniti.
Contrasti con Del Vecchio
Guerra da tempo era entrato in contrasto con l’azionista e parallelamente aveva costruito un rapporto personale con il premier Matteo renzi, sin dai tempi non sospetti della prima Leopolda, il pensatoio che ha molto contribuito all’affermazione politica nazionale dell’attuale premier. La Borsa era ovviamente preparara all’epilogo ufficializzato ieri e il titolo ha chiuso persino in verde (40,84 euro, +0,47%) nonostante l’indice generale sia invece finito in rosso di mezzo punto. Contro i gufi adesso Renzi potrà pure usare Guerra.