di Monica Tagliapietra
Non tutti i papà possono festeggiare come vorrebbero la loro festa. La vita dei padri separati è una vita fatta di rinunce. Genitori costretti a vedere i figli secondo il rigido programma stilato dai giudici. Non ci sono alternative, del resto sono rarissimi i casi in cui i magistrati affidano i figli ai genitori maschi. E così il fenomeno dei papà costretti a un rapporto controllato con i figli è in crescita, tanto che una recente sentenza della Corte di Strasburgo ha condannato l’Italia per non aver garantito il diritto di un padre a vedere la propria piccola. Ogni anno nel nostro paese ci sono 90 mila separazioni e oltre 55mila divorzi, che vedono coinvolte coppie con minori. Ma la sofferenza umana non basta. Spesso per questi padri si aggiungono le difficoltà economiche. Non tutti ce la fanno a continuare a vivere una vita dignitosa dopo la separazione, soprattutto perché lo stipendio percepito non riesce più a coprire le spese legate al mantenimento dei figli, delle ex mogli e quelle di routine.
Dunque, uomini travolti dalla crisi che faticano a ricostruirsi una vita. Padri che per poter mangiare un pasto caldo e avere un tetto sotto cui dormire si rivolgono alla Caritas. Un vero e proprio allarme sociale che in questi ultimi anni si è aggravato anche a causa di provvedimenti legislativi che non garantiscono i rapporti di equilibrio che dovrebbero esistere con entrambi i genitori.
Dal 2006, la legge 54 sull’affido condiviso regola l’affidamento stabilendo il principio di bigenitorialità di entrambi e tutelando quindi la relazione genitoriale con i figli; tuttavia, secondo una ricerca condotta dal Centro Studi e Ricerche sul Diritto della Famiglia, l’88% dei genitori ha dichiarato l’inefficacia di questa normativa mentre un 12% si è detto soddisfatto.
“Assistiamo ad un vuoto di tipo legislativo nelle leggi che regolano l’affidamento condiviso – ha commentato Matteo Santini consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Roma – serve una tutela più forte ed efficace anche sotto il profilo dell’esecuzione dei provvedimenti e delle sanzioni a carico di quei genitori che non rispettano le disposizioni delle sentenze o il contenuto degli accordi. Se il genitore che convive stabilmente con il minore impedisce, di fatto, all’altro di esercitare il proprio di diritto di “fare il genitore” arreca un danno al minore stesso”.
Succede così che, per questioni di orgoglio o di vendetta, si finisce di dimenticare cosa è bene per i figli. E persino la festa del papà diventa un’occasione perduta.