Dalla Redazione
Tempi più stretti per il ponte aereo per la fornitura di armi ai peshmerga curdi in Iraq. Dopo l’informativa, in programma mercoledì di fronte alle Commissioni Esteri e Difesa delle Camere da parte dei ministri Federica Mogherini e Roberta Pinotti, il ponte aereo tra Roma ed Erbil potrebbe diventare realtà.
Le pianificazioni dell’intervento vengono messe a punto in queste ore presso gli stati maggiori. Saranno gli esponenti del governo a definire i dettagli dell’iniziativa italiana, su cui l’esecutivo ha voluto informare preventivamente il Parlamento. Nel frattempo, è da qualche giorno che si susseguono tra Roma ed Erbil i voli nell’ambito della missione di aiuto italiana che ha trasportato nelle zone del conflitto acqua, viveri e generi di prima necessità.
L’Italia, nell’ambito dell’iniziativa comune che ha preso forma all’ultimo consiglio europeo, non si esclude quindi di fare eventuale ricorso ai kalashnikov, circa 30mila, e alle tonnellate di munizionamento sequestrati nel 1994, nel pieno delle guerre nei Balcani, ad una nave da trasporto partita dall’Ucraina e diretta a Spalato. Possibile anche la fornitura di armi ‘non letali’ come puntatori laser, dispositivi anti-bomba, giubbotti antiproiettile, sistemi di comunicazione radio. E forse anche, ma sono in corso valutazioni di compatibilità con gli attuali standard operativi e addestrativi delle milizie curde, qualche vecchia mitragliatrice Browning o fucili mitragliatori Mg da anni non più in uso presso le forze armate italiane.
Sul campo invece proseguono i raid aerei americani vicino alla diga di Mosul contro i jihadisti dello Stato islamico dell’Iraq. I caccia Usa hanno condotto altri raid. Queste azioni sono destinate a sostenere «gli sforzi umanitari, proteggere le infrastrutture strategiche, il personale e le strutture degli Stati Uniti in Iraq, e assistere le forze di sicurezza irachene e le forze di difesa curde nella loro lotta all’avanzata dei jihadisti» si legge in una nota del Comando centrale militare Usa (Centcom).