Dalla Redazione
Dall’Oms arriva l’ok all’utilizzo di trattamenti non ancora omologati per combattere il virus Ebola. Lo ha deciso il comitato di esperti di etica medica dell’Organizzazione mondiale della sanità. “Nelle particolari circostanze di questa epidemia – si legge in una nota dell’organo dell’Onu – e purché siano soddisfatte determinate condizioni, il panel è giunto al consenso che è etico offrire interventi non ancora testati e la cui efficacia ed effetti secondari non sono conosciuti, come potenziale trattamento o a titolo di prevenzione”.
Il benestare alle cure sperimentali anti Ebola fa seguito alla dichiarazione di emergenza internazionale da parte della stessa Oms la settimana scorsa. Nel frattempo il numero delle vittime continua a salire. Il contagio ha, sinora, causato 1.013 decessi. 1.848 sono invece i casi censiti. Le ultime 52 morti sono avvenute tra il 7 e il 9 agosto, a testimonianza di come l’emergenza Ebola cresca di giorno in giorno. Nello stesso lasso di tempo sono stati anche segnalati 69 nuovi casi di febbri emorragiche da virus Ebola (confermati, probabili e sospetti). Morti e contagi sono avvenuti in 3 dei 4 paesi africani colpiti.
E c’è da registrare anche il primo morto su suolo europeo. Si tratta del missionario spagnolo Miguel Pajares che aveva contratto l’Ebola in Spagna e che era stato traportato giovedì scorso in un ospedale di Madrid. L’uomo non ce l’ha fatta nonostante le cure cui era stato sottoposto. L’allarme contagio, infine, è scattato anche in Turchia, dove una passeggera nigeriana proveniente da Lagos è stata ricoverata immediatamente in un ospedale di Istanbul perché sospettata di aver contratto il virus.