Dalla Redazione
Prosegue il massacro in Ucraina. Secondo il portavoce del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale di Kiev, Andriy Lysenko, il bilancio delle ultime ore di combattimento è di 19 morti e 97 feriti. Quindici tra soldati e guardie di frontiera sono rimasti uccisi negli scontri all’interno della regione di Luhansk, mentre i feriti sarebbero 79, colpite per lo più da attacchi imprecisi condotti con il sistema di artiglieria Grad. Ma i ribelli rifiutano la ricostruzione di Kiev e denunciano il lancio di missili da parte dell’esercito ucraino contro zone abitate di Luhansk e Donetsk, dove sarebbero stati uccisi 4 civili.
E sempre a Donetsk, zona calda della guerra civile che da mesi insanguina l’Ucraina, Alexander Zakharcenko è diventato il nuovo premier dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk. La nomina segue le dimissioni dell’ex premier Aleksandr Borodai che ha proposto proprio Zakharcenko come suo successore. La candidatura è stata approvata dal Consiglio supremo della repubblica separatista. Secondo gli esperti dietro le dimissioni di Borodai, fervente filorusso, si nasconderebbe il tentativo di Mosca, almeno in apparenza, di prendere le distanze dai separatisti.