Di Carola Olmi
Le sanzioni di Stati Uniti ed Europa alla Russia per la crisi Ucraina e l’abbattimento del volo MH17 malese presentano già il conto. La reazione di Mosca è stato il blocco delle importazioni alimentari, finendo per penalizzare i Paesi esportatori tra cui c’è ovviamente l’Italia. Le restrizioni europee colpivano già i settori bancario, petrolifero e militare. Gli Stati Uniti, in particolare, hanno sanzionato singole banche, aziende e individui e formalizzato il divieto a soggetti statunitensi di intrattenere rapporti commerciali e finanziari con tali controparti. L’Unione europea ha varato sanzioni individuali contro esponenti politici, vietato l’accesso al mercato dei capitali in Europa ad alcune banche russe e proibito l’import/export di beni militari e l’esportazione di tecnologia destinata al settore petrolifero russo.
Colpo al Made in Italy
Secondo un report della Sace – la nostra società pubblica per il sostegno degli investimenti all’estero – l’export italiano sarà negativamente colpito dalle nuove sanzioni contro la Russia con una possibile riduzione dell’export Made in Italy in Russia nel biennio 2014-2015 compreso tra 0,9 e 2,4 miliardi di euro a seconda dell’evoluzione dello scenario, cioè di inasprimento o meno del conflitto in corso. Il settore più esposto all’impatto delle sanzioni è la meccanica strumentale che potrebbe registrare una perdita di esportazioni tra 0,5 e 1,0 miliardi di euro nel biennio 2014-2015.
Banche nel mirino
L’interferenza della Russia nel conflitto in Ucraina è stata la principale ragione dell’intervento di Usa e Ue nei rapporti tra i due paesi tramite l’adozione di sanzioni a partire dello scorso marzo. L’appoggio russo ai movimenti separatisti ucraini e l’annessione della Crimea alla Russia sono stati gli elementi che hanno spinto la comunità internazionale a prendere posizione contro l’ingerenza russa nella politica ucraina. Tra marzo e luglio le sanzioni adottate da Stati Uniti e Europa sono state progressivamente inasprite. I provvedimenti inizialmente hanno colpito esponenti politici ucraini e russi tramite travel ban e congelamento degli asset. I provvedimenti adottati dagli Usa nei successivi round hanno introdotto il divieto formale per i soggetti statunitensi di condurre attività commerciali e finanziarie con soggetti russi, tra cui spiccano i nomi di aziende del settore energetico (Novatek e Rosneft) e bancario (Gazprombank e Vnesheconombank). L’Europa ha invece sanzionato esponenti politici e economici russi e ucraini e ha approvato la sospensione di nuovi programmi di finanziamento diretti alla Russia da parte della Banca Europea per gli Investimenti (Bei) e della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (Bers).
Doccia fredda
A livello europeo i Paesi maggiormente esposti al rischio di un calo dell’interscambio commerciale sono Germania e Italia. le nostre imprese in particolare subirebbero una contrazione di circa il 9% delle vendite nel 2014 e un recupero dello 0,5% nel 2015 per una perdita totale di esportazioni pari a 938 milioni nel biennio. La riduzione sarebbe più marcata nel settore della meccanica strumentale, con una potenziale perdita di export di quasi 500 milioni.