Dalla Redazione
L’Europa fa male all’Italia. Lo dimostra la ricerca condotta dalla teutonica Fondazione Bertelsmann, secondo cui l’Euro e la centralizzazione delle decisioni a Bruxelles sono una delle cause principali dell’impoverimento delle nostre famiglie e della stagnazione economica. In particolare la fondazione autrice dell’indagine ammette che l’Italia (e con essa anche gli altri paesi del sud Europa) dal processo di unificazione ha avuto molti meno benefici rispetto agli stati del nord Europa, come Germania e Danimarca. Per arrivare a questo risultato i ricercatori hanno analizzato l’andamento del Pil degli ultimi 22 anni dei 15 Stati che nel 1992 aderirono al Trattato di Maastricht.
Il risultato dell’analisi è evidente. In Italia l’aumento del Pil pro capite è stato solo di 80 euro l’anno. Un dato che posiziona il nostro paese al decimo posto di questa particolare classifica. Peggio di noi sono messi Spagna, Grecia (70 euro in più pro capite in entrambe), Portogallo (20 euro) e Regno Unito (10 euro), anche se sulla Gran Bretagna pesa, evidentemente, la scelta di non entrare nell’Eurozona e di mantenere la Sterlina come valuta. Questi dati, confrontati con quelli dei paesi nordeuropei, rendono il quadro ancora più chiaro. Chi si è più agevolata dell’Europa unita è stata la Danimarca, il cui Pil pro capite segna un surplus di 500 euro l’anno. Seguono la Germania (450 euro), l’Austria (280 euro), la Finlandia (220 euro) e la Svezia (180 euro).