Di Stefano Sansonetti
Se non è un’ammucchiata poco ci manca. Al ministero dello sviluppo economico, guidato da Federica Guidi, gli uffici di diretta collaborazione pullulano di figure “fotocopia”. E tra queste, se si va un po’ a scavare, ci sono realtà come minimo particolari. Si pensi alla segreteria, divisa nei tre profili del “capo della segreteria tecnica del ministro”, del “segretario particolare del ministro” e del “capo della segreteria del ministro”. Quest’ultima poltrona è occupata da Elisabetta Franzaroli, il cui trattamento economico lordo è fissato in 138.768 euro annui. Uno stipendio davvero niente male se si considera che la Franzaroli, come si apprende dal curriculum, non è nemmeno laureata: all’attivo ha un diploma di ragioneria conseguito a Bologna. Eppure prende molto di più di altri dirigenti con il famoso “pezzo di carta”.
Ma c’è di più, perché come si evince dalla dichiarazione sostitutiva, adesso si trova a lavorare al ministero dello sviluppo in aspettativa. E da che cosa? Per rispondere a questa domanda bisogna ritornare al curriculum, dove c’è scritto che dal 1996 a oggi ha svolto l’incarico di capo segreteria alla Ducati Energia, in pratica l’azienda di famiglia della stessa ministra Guidi. Non c’è che dire, la meritocrazia al potere. Insieme a lei, che come detto è “capo della segreteria del ministro”, c’è Silvia Tacco, che invece è “segretario particolare del ministro”, lasciata in eredità da Flavio Zanonato e confermata. Affonda le radici all’era di Corrado Passera ministro, invece, il “capo della segreteria tecnica”, Stefano Firpo, non per caso dirigente di Intesa Sanpaolo (la banca che è stata guidata proprio da Passera). Se non altro Firpo, che è accreditato dello stesso lordo della Franzaroli, ovvero 138.768 euro, ha una laurea e un paio di master. Di sicuro rimane la domanda: cosa ci stanno a fare in tre nella segreteria? E soprattutto, c’era bisogna di prendere una figura esterna? Alla faccia della spending review. Che poi, se si va a guardare nell’ufficio di gabinetto della Guidi, la situazione è ancor più “curiosa”. Qui infatti abbiamo un capo di gabinetto, Vito Cozzoli, che di mestiere fa il consigliere parlamentare.
Poi c’è un vicecapo di gabinetto vicario, Germana Panzironi, che invece è un consigliere di Stato (per lei un lordo annuo percepito dal ministero di 49.054 euro). Infine, ciliegina sulla torta, spuntano fuori due vicecapi di gabinetto. La prima, Annalisa Cipollone, è un altro consigliere parlamentare; il secondo, Massimo Santoro, fa parte della categoria degli avvocati di Stato. Tra l’altro, come si evince dall’ultimo aggiornamento sugli emolumenti negli uffici di diretta collaborazione (che ieri portava la data del 4 luglio), i compensi di Cozzoli, Cipollone e Santoro risultano “in corso di definizione”. Di sicuro intorno alla Guidi ci sono magistrati amministrativi, consiglieri parlamentari e avvocati di Stato, ovvero la più ampia scelta di quei “mandarini” che Matteo Renzi a parole ha detto di voler allontanare dai ministeri. Ma forse il premier non ha fatto in tempo a dirlo alla Guidi.
@SSansonetti