di Nicoletta Appignani
Proseguono le indagini del team che in questi mesi ha lavorato per ottenere la revisione del processo di Olindo Romano e Rosa Bazzi. Nel centro del mirino, oltre a nuove prove su cui ancora si mantiene il riserbo, anche lo studio di alcuni punti oscuri.
Nessuna traccia
Raffaella Castagna torna a casa alle 20.00. Ad attenderla c’è la madre. Sono insieme al piccolo Youssef.
I Romano, quindi, avrebbero dovuto commettere 4 omicidi ed un tentato omicidio in meno di 20 minuti. Ovvero nel lasso di tempo intercorso tra il loro arrivo e il sopraggiungere dei primi soccorsi.
Senza contare che sempre in quel breve periodo i due avrebbero dovuto appiccare un incendio e riuscire a fuggire senza essere visti dalla folla che si stata radunando. Ma come avrebbero potuto passare inosservati? E dove si sarebbero puliti da tutto quel sangue? I ris hanno ispezionato il loro appartamento, eppure non sono state trovate tracce di sangue nè sui vestiti, nè all’interno dei tubi del bagno.
Le impronte
Ne sono state repertate molte ma non tutte sono state identificate. Nello specifico non si sa a chi appartengano delle orme di scarpe rinvenute su alcuni cuscini ed un’impronta dattilografica. Si potevano seguire altre piste?
L’incendio
Il fuoco ha avuto origine nell’appartamento di Raffaella Castagna. Il primo focolaio è stato localizzato nel letto, sopra il quale sono stati trovati parecchi oggetti che si suppone siano siano serviti per appiccarlo. A che scopo però? Serviva per nascondere le tracce o si è trattato di una missione punitiva, quasi militare? Sembrerebbe poi che il marito di Raffaella Castagna, Azouz Marzouk, avesse avuto dei problemi in carcere con qualcuno.
Al punto da cambiare cella.
Il contatore
La luce in casa Castagna era stata staccata ore prima dell’arrivo della donna. Un vicino ha però dichiarato di aver sentito dei passi leggeri nell’appartamento verso le 18:30. Qualcuno la stava già aspettando?
Si è trattato di un piano studiato con cura? Come si sarebbero introdotti in casa?
La dinamica
Sicuramente i killer non volevano lasciare testimoni. Al punto da cercare di uccidere Mario Frigerio per poi inseguire sua moglie, Valeria Cherubini, su per le scale, fino al suo appartamento.
Tutte le vittime, tranne il bambino, sono state colpite con forza alla testa e finite con un colpo alla gola, all’altezza della carotide. Una tecnica precisa e veloce.
Le armi però non sono mai state trovate nè identificate.
Le autopsie invece sono si sono svolte tutte in una giornata: secondo gli esperti, un tempo piuttosto veloce per analizzare ben quattro corpi.
Confessioni e ritrattazioni
Nessuna prova concreta a parte una piccolissima traccia ematica nell’auto di Olindo. Trovata dopo dieci giorni dall’omicidio. Dopo che il sangue si era sparso per il cortile con l’intervento dei vigili del fuoco.
Nessun movente a parte qualche lite tra vicini.
Ma Olindo e Rosa hanno confessato. Commettendo, tuttavia, una serie di inesattezze che li hanno costretti a continue ritrattazioni. I due non conoscevano la dinamica degli omicidi e non sapevano neanche della luce staccata nell’appartamento di Raffaella Castagna.
Non solo. Quando alla fine hanno accettato di riconoscersi colpevoli, lo hanno fatto – sostengono – in cambio della promessa di poter stare in cella insieme.
Durante il processo però si sono proclamati innocenti.
Nuove indagini
Adesso un pool di investigatori e criminologi si è messo al lavoro per cercare di ottenere la revisione del processo.
Si seguono nuove piste. Si valutano altri indizi. Nessuno tra loro sembra avere dubbi: a commettere quella strage non furono Olindo e Rosa.
Le ricerche che stanno svolgendo sembrano dare speranze di una svolta nelle indagini: nuovi elementi in grado di dimostrare in modo definitivo l’estraneità della coppia agli eventi di quella sera.
Quando, secondo la ricostruzione degli esperti, uscirono per un panino da Mc Donald’S e tornarono con un ergastolo.