Di Marco Castoro
Prima di incontrare il presidente del Coni Malagò, il candidato più sotto pressione della storia della Federcalcio aveva annunciato ai quattro venti che sarebbe andato avanti perché dalla sua parte ci sono i consensi delle leghe. Quando è uscito dal faccia a faccia, durato quasi tre ore, Carlo Tavecchio aveva l’aspetto del pugile messo all’angolo ma con la forza e la lucidità di un combattente non ancora suonato. Almeno non del tutto. Anche se di botte ce ne sono state. Eccome. Il presidente del Coni ha cercato in tutte le maniere di dissuaderlo dalla sfida. Fargli fare un passo indietro. Così come vogliono i poteri del calcio. E non solo.
Uno a uno tutti i presidenti più blasonati del calcio italiano gli stanno ritirando la fiducia. La gaffe degli extracomunitari resta il grimaldello per sparigliare l’esito della disfida (neanche Malagò gliel’ha perdonata). Tuttavia Tavecchio resta in palla perché le leghe gli garantiscono ancora un bel serbatoio di voti. Ma dopo Agnelli e Pallotta si sono sfilati Della Valle, Cairo, Squinzi, il neo presidente della Samp, il Brescia. E altre ancora si aggiungeranno. Poi c’è sempre la scheda bianca negli scrutini dell’11 agosto. Se non ci sarà l’elezione in quel giorno o se i due candidati si ritireranno allora sì che toccherebbe al commissario. Prima delle’11 agosto, comunque, Malagò ha detto che potrebbero esserci delle novità. Quali? Il ritiro di uno dei due candidati per arrivare al Conclave con un solo cardinale.
Oppure il tanto atteso passo indietro di Tavecchio. Che al momento non è un’ipotesi sul tavolo, come detto da Malagò, ma non è da escludere che ci possano essere sorprese. Precedentemente al voto Malagò incontrerà di nuovo i due candidati. Ma non prima Albertini e poi Tavecchio, come accaduto ieri, ma tutti e due assieme per un confronto che dovrebbe far convergere verso una scelta unica che non spacchi il mondo del calcio. Mai come adesso quanto dichiarato da Tavecchio suona come un segno premonitore. ”Se i miei sostenitori continueranno a darmi il consenso io vado avanti”. Già, se. Chissà se qualcuno dei sostenitori di Albertini non cominci a lavorare ai fianchi i rappresentanti delle leghe che appoggiano Tavecchio. Già. Chissà…