Dalla Redazione
E’ ricominciato il massacro di Gaza. Nella notte ancora lancio di missili da parte di Hamas e conseguente risposta di Israele che ormai colpisce anche la popolazione civile. Gli ultimi attacchi condotti dalla forze armate di Tel Aviv avrebbero provocato 26 morti, tra cui 9 donne e 4 bambini. Il bilancio delle vittime totale è salito a 1.113 morti da lato palestinese. Ma sarebbero stati uccisi anche 5 soldati israeliani. Intanto cresce la tensione nel mondo islamico. La guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei ha invitato l’Iran ad “Armare i palestinesi contro Israele, cane rabbioso che sta commettendo un genocidio”.
GAZA LA TREGUA NON REGGE, NUOVA STRAGE DI BAMBINI
Di Fabrizio Gentile
Da una parte la necessita improrogabile di fermare la barbarie delle decine di mosti innocenti, di bambini, di civili. Dall’altra quella di garantire la continuità politica della vicinanza tra israeliani e americani. C’è tutto questo nelle dichiarazioni che a fine giornata la Casa Bianca ha fatto sul conflitto a Gaza. “Israele – ha detto Obama – ha il diritto di intraprendere azioni per difendersi. Ma c’è la necessità di un cessate il fuoco umanitario immediato e incondizionato”.
Il bollettino
E che questa sia una drammatica esigenza è stato chiaro anche ieri. Continuano infatti raid e razzi; un bimbo di 4 anni è stato ucciso a Jabalya e altri sette in un campo a Shati. Razzi invece sono caduti sulla Striscia, 4 israeliani sono morti per un colpo di mortaio, 5 soldati sono invece morti in combattimento. Una lista infinita, che ogni giorni spunta nuove vittime. Gli appelli alla tregua si moltiplicano, ma non sembrano sortire effetti. L’ennesimo appello del segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon ha detto che “la violenza deve finire”. Ieri c’è stata una conference call tra il premier Matteo Renzi e il presidente americano, Barack Obama, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il premier britannico David Cameron e il presidente francese Francois Hollande: i cinque leader hanno concordato sulla necessità di “raddoppiare gli sforzi per ottenere il cessate-il-fuoco”.
Accordi lontani
Ma la pace, nonostante gli appelli del Papa, sembra lontana. “I cittadini israeliani non possono vivere con la minaccia dei razzi e dei tunnel della morte, la morte dall’alto e dal basso”, ha affermato Netanyahu.
“Il solo scopo dei tunnel è di uccidere i nostri cittadini”, ha aggiunto alludendo a una sofisticata rete di cunicoli attraverso i quali i militanti si infiltrano nel sud di Israele, per questo bisognerà “prepararsi a una lunga operazione”.
Gli scontri
Lo stato ebraico ha iniziato una campagna di raid aerei lo scorso 8 luglio a Gaza per neutralizzare il lancio di missili dei militanti palestinesi, successivamente estesa a un’operazione di terra per distruggere i tunnel. Smantellare i cunicoli è “il primo ed essenziale passo nella smilitarizzazione della Striscia di Gaza”, che insieme con il disarmo dei militanti deve essere “parte di ogni soluzione”, su cui, ha chiarito il premier israeliano, “la comunità internazionale deve insistere”.
Eppure la giornata era cominciata in un clima di cauto ottimismo, con una tregua umanitaria sostanzialmente osservata sia da Hamas sia da Israele.
Poche ore di pace
Dunque, in base alla tradizione, la gente di Gaza aveva mangiato come tradizione il pesce salato ed aveva dato inizio alla festività dell’Eid el-Fitr. Assenti dalle tavole, dato il clima di lutto generale, i dolciumi di rito; il caffè veniva oggi servito amaro. Poi, vista la rara possibilità di uscire in strada, molti erano andati a porgere le condoglianze ad amici e parenti colpiti da lutti, o a visitare chi nelle settimane passate ha perso la casa. Nelle scuole dove vengono accolti gli sfollati la solidarietà umana è più tangibile. Queste persone rimaste ormai senza niente al mondo hanno cercato di farsi forza a vicenda in occasione della festa. Hanno ricevuto visite di incoraggiamento dei loro vicini di quartiere, mentre uomini d’affari hanno fatto una sorpresa ai bambini sfollati portando doni e dolci. Ma nel primo pomeriggio il moltiplicarsi degli incidenti, a Beit Hanun, a Khan Yunes e altrove, hanno preannunciato la bufera. Quando infine sono giunte le notizie drammatiche dal campo profughi di Shati, l’indignazione è stata generale. Si sperava che la tregua umanitaria potesse essere prolungata ancora di alcuni giorni; ma ‘’l’eccidio di bambini dell’Eid el-Fitr’’ sembra aver impresso adesso una svolta nel conflitto con Israele.