Alitalia-Etihad il tavolo salta nella notte

Dalla Redazione

Potremmo definirla una notte dei lunghi coltelli per Alitalia. Alle due di questa mattina, infatti, si è improvvisamente arenata la trattativa tra ministero dei Trasporti e sindacati su contratto collettivo nazionale e riduzione del costo, proprio quando l’intesa sembrava a un passo. Tanto che per oggi è previsto l’arrivo a Roma del Ceo di Etihad, James Hogan.

Lupi ha provato a gettare acqua sul fuoco. “Se la Cgil dice no all’accordo quadro firmato dagli altri sindacati, resta” comunque “valido e si andrà avanti” ha detto il ministro a Radio Anch’io. Ma le associazioni di categoria che rappresentano il personale navigante, Anpac, Anpav, Avia, hanno già parlato di una “situazione di stallo su tutti i tavoli”. Al momento non è prevista nessuna nuova convocazione. Il braccio di ferro continua.

Di seguito l’articolo de La Notizia che raccontava l’intesa raggiunta ieri prima che il tavolo saltasse

C’E’ L’INTESA SULLA NUOVA ALITALIA. SALASSO PER BANCHE E SINDACATI

Di Carola Olmi

Alitalia ed Etihad, missione compiuta. Banche, sindacati, compagnia e governo hanno trovato l’intesa. L’ingresso degli arabi nel vettore italiano sarà di fatto una ristrutturazione gigantesca del debito e dei costi. ma forse l’unica e ultima possibilità per continuare a volare.L’accordo è stato preceduto, sempre ieri mattina, da un confronto al Ministero dei Trasporti tra i rappresentanti dell’azienda e sindacati confederali. Sul tavolo il contratto collettivo nazionale e il taglio dei costi del lavoro. Alitalia si attende risparmi per 31 milioni di euro per gli ultimi sei mesi del 2014. Si ricuce così il fronte dei lavoratori, che si era spaccato con la Cgil in disaccordo sugli esuberi. Un quadro che è cambiato con la mediazione del Governo, che ha ridotto i dipendenti in eccedenza dai 2.251 iniziali a 980. Di questi, 616 saranno ricollocati nel perimetro aziendale, 681 esternalizzati entro il 31 dicembre prossimo, 954 finiranno in mobilità con la sperimentazione dei contratti di ricollocamento. Comunque ci sarà un sostegno dello Stato, sul quale restano da vedere le reazioni e le decisioni in sede europea.

Pace tra i confederali
Con la soluzione tra le parti sociali, si arriva dunque al passo definitivo dopo l’accordo raggiunto tra le banche e Alitalia sul nodo del debito. Gli istituti, nonostante abbiano provato fino all’ultimo a frenare, alla fine hanno dovuto accordarsi, e anche all’unanimità, come ha dichiarato l’amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni. La soluzione su si è lavorato per la rinegoziazione dei 565 milioni di debito ha riguardato la cancellazione di un terzo dell’esposizione e la conversione in azioni dei restanti due terzi. Oggi intanto l’amministratore delegato di Etihad, James Hogan, sbarcato a Roma a sorpresa lunedì scorso, parteciperà alla presentazione del nuovo volo Roma-Abu Dhabi. Gli arabi, in sostanza, fanno festa, noi paghiamo il conto. E a proposito di conti è il giornale online Lettera 43 a fare i calcoli su chi ci ha guadagnato (e quanto) e chi ci ha perso nell’affare Alitalia – Etihad. Dal 2008, quando Alitalia è stata rilevata dai soci privati, ha perso 1,5 miliardi di euro. Un enorme buco nero. Nel 2013 il bilancio, secondo i calcoli del quotidiano La Repubblica, è stato chiuso con 569 milioni di euro di perdita (ogni giorno sono andati in fumo 1,5 milioni). Ma i numeri che fanno paura sono quelli delle banche azioniste, alla fine altre grandi sconfitte della trattativa. Dal 2008 hanno garantito circa 400 milioni di euro a fondo perduto.

Conto salato
Intesa SanPaolo ha versato 162 milioni (60 sono già stati persi), mentre Unicredit s’è fermata a 50 milioni da sommare ai 288 di prestiti. In totale, il gruppo ha ricevuto 565 milioni di crediti, ma di questi 170 sono destinati a essere cancellati come ha chiesto Etihad. Il resto deve diventare capitale con Unicredit e Intesa soci con il 20% circa. Piangono i privati, ma piange ancor di più lo Stato. Sempre secondo il quotidiano di Ezio Mauro, dal 2008 lo Stato ha pagato circa 4 miliardi di euro per Alitalia. Un miliardo è finito dall’Inps alla cassa e mobilità per sette anni per 3.820 persone. Un altro è stato versato dal Fondo del trasporto aereo, che era stato finanziato con tre euro a biglietto. Poi servirà fare i conti con i nuovi esuberi e le possibili proroghe degli ammortizzatori per quelli del 2008. Enav, controllata dal ministero dell’Economia e vigilata dall’Ente nazionale per l’aviazione civile, ha garantito 60 milioni di sconti alle compagnie. Naturale la preoccupazione di un altro potenziale sconfitto dalla trattativa: i consumatori che ora tempono possibili aumenti del costo dei biglietti. Non sarebbe una novità.