di Alessandro Barcella
Non sono bastati i 9000 euro netti al mese di soldi nostri per gli oltre 30 mesi di durata della legislatura. L’appetito, si sa, vien mangiando, e cresce ad ogni morso sempre di più. La storia che vi raccontiamo procede tra il comico e il patetico, e ha per luogo la sede della Regione Lombardia. I protagonisti sono i quasi 80 consiglieri uscenti della nona legislatura. Quei consiglieri dimissionati lo scorso ottobre, insieme all’intera Giunta, a seguito del terremoto legato a numerose e ripetute inchieste giudiziarie (ben 14 gli indagati). Quegli stessi consiglieri su cui, una volta a casa, si sono abbattute nuove indagini che hanno scoperchiato il vaso di pandora dei rimborsi illegittimi. Qualcuno si era comprato videogiochi e corsi di degustazione di vini, qualcun altro cartucce per un fucile da caccia, i meno fantasiosi lecca lecca e gratta e vinci. Tutti però, indistintamente, utilizzando soldi pubblici. I nostri.
Il pressing
La vicenda di questi giorni, di cui lanotiziagiornale.it è venuta a conoscenza da una fonte ben informata, racconta di una vecchia casta che non ha smarrito ancora la vergogna. Sì perché i consiglieri ormai senza Consiglio stanno attuando un pressing asfissiante, presso gli uffici competenti, per strappare a due lire Ipad e telefonini utilizzati per ragioni di servizio durante la legislatura. Accanto al già lauto stipendio e ai benefit di varia natura, ai consiglieri, infatti, è concesso in “comodato d’uso gratuito temporaneo” un tecnologico Ipad e un cellulare di ultimissima generazione. “Un necessario strumento di lavoro – a sentire il Consiglio regionale – finalizzato ai processi di dematerializzazione degli atti”. Peccato che tutti gli atti da consultare viaggino su server con applicativo Microsoft, e per la gran parte dunque non compatibili con quello “iOS” di Ipad. E allora? Un puro sfizio, se consideriamo l’ulteriore dotazione di un pc portatile concessa ai consiglieri.
La svendita
Per Ipad e telefonini la Regione Lombardia sottoscrive generalmente contratti della durata quinquiennale, che partono con l’inizio della legislatura e si concludono con la sua scadenza naturale (contratti da 50.000 euro circa di spesa). Al termine dei 5 anni, causa “obsolescenza degli apparecchi”, parte la grande “svendita”. Cellulari e dispositivi Apple da 5-600 euro vengono “regalati” ai vecchi proprietari per poche decine di euro. Ciò che sta capitando in queste ore, dunque, sembra essere l’ennesimo colpo dei soliti noti. Gli uffici starebbero “resistendo” al folle assalto, in quanto la legislatura si è interrotta a metà della sua durata e non è possibile aprire la stagione dei “saldi”.
Nel gennaio 2012 Davide Boni, ex presidente del Consiglio regionale poi indagato per peculato e truffa aggravata, volle puntualizzare: “Gli ipad sono e restano di proprietà del Consiglio Regionale – aveva detto -. Sono dati temporaneamente in dotazione ai consiglieri come strumento di lavoro e dovranno essere restituiti al termine del mandato”. Ecco allora che il “liberi tutti” delle dimissioni anticipate del Consiglio deve aver fatto saltare ogni regola. E tornare quella “fame” smodata di chi sa di poter mangiare senza che alcuno controlli.