Nuovo passo verso un tentativo di riconciliazione in Turchia. Questa mattina i ribelli curdi hanno infatti rilasciato un gruppo di militari e funzionari catturati negli scorsi mesi. Il gruppo, composto da sei soldati, un amministratore locale e un ufficiale di polizia, è stato consegnato ad alcuni deputati curdi e attivisti per i diritti umani nel nord dell’Iraq. Ora, spiega uno dei deputati, Adil Kurt, sentito da Associated Press via telefono, le persone liberate stanno venendo riportate in Turchia. Cinque erano state catturate dai ribelli oltre un anno fa, le altre tre erano invece state prese a settembre.
“Speriamo – commenta Kurt – che il rilascio apra la strada a una soluzione pacifica della questione curda. È importante che (le persone liberate, ndr) vengano riportate alle loro famiglie in modo sicuro”. Soddisfatte le autorità di Ankara. “Siamo felici che i nostri cittadini che sono stati lontani dal loro Paese così a lungo, e da cui non avevamo ricevuto alcuna notizia, stiano tornando”, ha commentato il presidente Abdullah Gul, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa Anadolu.
Lo scorso anno, il governo turco aveva annunciato che l’agenzia di intelligence stava intrattenendo colloqui con Abdullah Ocalan, leader del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), attualmente in carcere. L’obiettivo del confronto è spingere i ribelli a deporre le armi e mettere fine al conflitto che dura dal 1984 e già provocato oltre 10mila vittime. L’appello al rilascio è partito direttamente da Ocalan, il quale a febbraio ha incontrato i deputati turchi a cui è stato permesso di fargli visita in carcere, sull’isola di Imrali.
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