di Gaetano Pedullà
Grazie. Impossibile iniziare la giornata senza ringraziare per i tantissimi auguri arrivati a questo giornale. L’esordio non è stato facile. Siamo coscienti di aver fatto molti errori, ma l’indulgenza e l’incoraggiamento di tanti lettori sono la benzina che useremo per fare più strada e lavorare meglio. L’apprezzamento più comune che ci avete espresso è stato sulle inchieste. E sulla spinta che così diamo al cambiamento.
C’è voglia di cambiare i vecchi attrezzi della politica, dell’economia e della società italiana. Ma soprattutto di cambiare con un Paese ingessato da scontri infiniti. Il braccio di ferro tra i magistrati di Milano che vogliono accelerare i processi a Berlusconi e i medici che danno ragione al Cavaliere ricoverato in ospedale è solo l’ultima puntata di un muro contro muro che ha stufato. I comuni cittadini che devono aspettare anche decenni per avere giustizia da un tribunale sono incavolati neri. Per loro non si è mai vista tanta dedizione da parte di un magistrato nel voler chiudere un procedimento. Così come non c’è mai stato nessun blitz di deputati Pdl davanti a una Procura. Questo clima da perenne scontro elettorale ha stufato. Certo, appassionerà il Palazzo, gli ultimi innamorati della politica, un po’ di supporter a destra e sinistra, ma alla maggioranza dei cittadini interessa poco. I problemi di ogni giorno sono tutti al loro posto. Nessuno se ne occupa. E le riforme che servono per far ripartire il Paese non sono realizzabili in una situazione di stallo infinito della politica. Bisogna girare pagina. Gli elettori l’hanno detto chiaramente appena due settimane fa con un forte voto di protesta che sembra già dimenticato. I partiti sanno bene che nelle attuali condizioni al massimo sarà possibile fare un governo che naviga a vista. La campagna elettorale è già ripresa.