L’esordio è stato quasi scontato e capace di strappare applausi. La citazione solenne di Joseph Ratzinger, sino a 13 giorni fa ancora Papa con il nome di Benedetto XVI: “Vogliamo ringraziare il Padre che sta nei cieli, per l’amorosa assistenza che sempre riserva alla sua Santa Chiesa ed in particolare per il luminoso Pontificato che ci ha concesso con la vita e le opere del 265ºesimo successore di Pietro, l’amato e venerato Pontefice Benedetto XVI, al quale in questo momento rinnoviamo tutta la nostra gratitudine”.
L’omelia di Angelo Sodano, decano dei cardinali e chiamato a presiedere la ‘Missa pro eligendo Romano pontefice’, è cominciata dunque con un omaggio istituzionale che commosso la platea dei fedeli e che ha dato il via ai battimani della gente che affollava San Pietro, per l’ultima celebrazione prima dell’Extra omnes e dell’inizio ufficiale del Conclave dei 115 ‘elettori’ che dovranno scegliere il nuovo Papa. Ma come accade ormai da secoli, quell’omelia è stata ascoltata e analizzata parola per parola non tanto per i ringraziamenti, ma soprattutto per capire se essa contiene messaggi o riferimenti a candidature e a ‘papabili’. E se, in qualche modo, rifletta oppure no i ragionamenti riservati delle Congregazioni generali che l’hanno preceduta.
In questo caso, poi, il fatto che il cardinal Sodano non partecipi al Conclave (ha superato gli 80 anni di età) ha aumentato la possibilità di autonomia e di indipendenza del suo giudizio. Che, rileggendo i passaggi principali dell’omelia, pare essere ispirato soprattutto alla speranza e alla richiesta che il nuovo Pontefice sia un “pastore”, capace di interpretare la prima missione della Chiesa, e cioè la diffusione del “messaggio dell’amore” tra il popolo di Dio. “È l’amore che spinge i Pastori della Chiesa a svolgere la loro missione di servizio agli uomini d’ogni tempo, dal servizio caritativo più immediato fino al servizio più alto, quello di offrire agli uomini la luce del Vangelo e la forza della grazia – ha detto infatti Sodano -.
Preghiamo perchè il futuro Papa possa continuare quest’incessante opera a livello mondiale”. Un compito, quello ‘pastorale’, e un principio assoluto, quello della ‘carità cristiana”, che il decano dei cardinali ha via via ripetuto nei successivi sviluppi del suo ragionamento: “Vogliamo implorare dal Signore che attraverso la sollecitudine pastorale dei padri cardinali voglia presto concedere un altro buon pastore alla sua Santa Chiesa. Gesù, venuto al mondo per rendere presente l’amore del Padre verso gli uomini. È un amore che si fa particolarmente notare nel contatto con la sofferenza, l’ingiustizia, la povertà, con tutte le fragilità dell’uomo, sia fisiche che morali”. Poi, dopo aver citato a tale riguardo Sant’Agostino (“Sia pertanto compito dell’amore pascere il gregge del Signore”), il decano dei cardinali ha indicato due compiti fondamentali per il futuro Papa e la sua Chiesa. Il primo: “Tutti noi dobbiamo collaborare ad edificare l’unità della Chiesa, poiché per realizzarla è necessaria ‘la collaborazione di ogni giuntura, secondo l’energia propria di ogni membro’. Tutti noi, dunque, siamo chiamati a cooperare con il successore di Pietro, fondamento visibile di tale unità ecclesiale”.
Il secondo: “Nel solco di questo servizio d’amore verso la Chiesa e verso l’umanità intera, gli ultimi Pontefici sono stati artefici di tante iniziative benefiche anche verso i popoli e la comunità internazionale, promovendo senza sosta la giustizia e la pace. Preghiamo perché il futuro Papa possa continuare quest’incessante opera a livello mondiale”. Infine, l’augurio conclusivo: “Miei fratelli, preghiamo perché il Signore ci conceda un Pontefice che svolga con cuore generoso tale nobile missione. Glielo chiediamo per intercessione di Maria Santissima, regina degli Apostoli, e di tutti i martiri ed i santi che nel corso dei secoli hanno reso gloriosa questa Chiesa di Roma. Amen”. Che cosa significa, dunque, questa ‘lettura’ del ruolo del Papa e della sua missione?. In passato, sovente, l’omelia della ‘Missa pro eligendo’ è stata considerata o un’autoinvestitura (fu così sette anni fa, per quella dell’allora decano dei cardinali, Joseph Ratzinger) o come l’indicazione dell’esistenza di una qualche maggioranza attorno a un candidato. In questo caso, i primi commenti alle parole di Sodano parlano invece di un’invito alla ‘pastoralità’ e all’unità della Chiesa inconsueti per un ex segretario di Stato (e dunque appartenente alla Curia. Sodano guidò a lungo la Segreteria con Giovanni Paolo II) e, nello stesso tempo, di un’omelia ‘alta’ che sembra lasciar intendere che la ‘partita’ all’interno del Conclave è ancora tutta aperta e senza ‘papabili’ in netto vantaggio.