di Marco Castoro
Fino a qualche tempo fa Leonardo Metalli, il giornalista del Tg1, sembrava la particella di una nota acqua minerale. Da solo urlava ai quattro venti la protesta grillina nella rete. Oggi, alla luce dei risultati elettorali, i grillini in Rai stanno diventando una squadra. Chiedono trasparenza e contestano le vecchie logiche di carriera dei soliti noti, quei giornalisti in quota agli ex finiani, agli ex comunisti e ai cattolici. Tuttavia, sorprende un po’ il fatto che tra i grillini 2.0 c’è anche un vicedirettore (oggi a Televideo, ma in passato è stato a Raiuno con Fabrizio Del Noce e al Tg1). Si tratta di Teresa De Santis. Tra gli altri anche Carlo Morosetti (vice caporedattore dell’economia al Tg2), Maria Teresa Fabris (Tg2), il vaticanista (a questo punto potremmo dire progressista) del Giornale radio, Fabrizio Noli. Nel mirino dei grillini ci sono anche quei caporedattori inamovibili, difesi a spada tratta dall’Usigrai.
Benedetta Parodi cucinata da Cairo
Costi elevati delle produzioni da abbattere. Il nuovo numero uno di La7, Urbano Cairo, l’ha fatto capire chiaramente. Le prime serate che fanno ascolti (Maurizio Crozza, Daria Bignardi e Corrado Formigli) sono un ottimo veicolo per la pubblicità, quindi non si possono tagliare. Un altro intoccabile è, ovviamente, Enrico Mentana. Gad Lerner sembra sia diventato un confidente di Cairo, quindi dovrebbe scamparla. A rischio ci sono le due sorelle Parodi, Cristina e soprattutto Benedetta, le cui produzioni hanno costi elevati e gli ascolti non hanno rispettato le aspettative (per il programma culinario di Benedetta non è stato centrato nemmeno l’obiettivo del target di rete fissato al 3%). Chissà se Giovanni Toti, il direttore di Studio aperto, si riprenderebbe la giornalista in squadra, anche se non sarà facile visto l’ingaggio che a La7 è lievitato, moltiplicandosi anche di 4-5 volte rispetto a quello da vicecaposervizio che percepiva a Mediaset (intorno ai 75 mila lordi l’anno). Un’altra con poche chance per entrare nel nuovo corso di La7 è Serena Dandini che, salvo clamorose inversioni di rotta, non sarà ripescata. Rischia di essere sostituito anche il direttore Paolo Ruffini. Non a caso tra i consiglieri più apprezzati e ascoltati dal nuovo editore c’è l’ex direttore Lillo Tombolini.
Derby Romita-Sgura per la Tgr Puglia
Sono due giornalisti del Tg1 a contendersi il ruolo di responsabile della sede regionale Puglia della Tgr. Da una parte Attilio Romita, uno dei conduttori dell’edizione delle 20. Dall’altra Leonardo Sgura, caporedattore centrale che ha dovuto cedere una conduzione dopo la circolare del direttore generale Luigi Gubitosi che vieta il doppio incarico. In verità per il posto in ballo c’è un braccio di ferro tra due politici che hanno a cura la comunicazione della Puglia: il pdl Raffaele Fitto (che sta spingendo Romita) e il pd Nicola Latorre (che invece vorrebbe Sgura).
Tg1, torna Romagnoli
Alberto Romagnoli, da sempre stimato ed apprezzato da Romano Prodi, lascia dal 1° aprile la sede di Parigi ad Antonio Di Bella, ex direttore del Tg3 e di Raitre. Romagnoli tornerà al Tg1 dopo aver rifiutato la vicedirezione di Rainews.
Sky perde la Premier
Appassionati di calcio in poltrona tenetevi forte: è in arrivo la rivoluzione. Dalla prossima stagione bisognerà rimodulare abbonamenti e canali per seguire in tv coppe e campionati. Sky ha praticamente perso i diritti della Premier League, il campionato inglese del Manchester City di Roberto Mancini. Un vero cimelio per i calciofili. Per contro Mediaset ha acquistato gli highlights della Bundesliga tedesca e della Ligue1 francese, che trasmetterà per gli abbonati a partire dall’11 marzo, ogni lunedì su Premium Calcio (ore 18.30). In chiaro invece vanno in onda su Italia 2, sempre al lunedì (dentro l’edizione delle ore 19.00 di Sportmediaset). Per il momento Sky conserva i diritti della serie A, anche se non è da escudere che prima o poi Al-Jazeera Sport tenterà il colpaccio. Quindi dopo che la Rai si è vista soffiare la Champions League ecco che anche Sky Italia ha dovuto mollare la Premier League. Per l’emittente di Murdoch un brutto colpo dopo che già all’inizio di questa stagione non si erano rinnovati gli accordi per i diritti della Bundesliga e soprattutto della Liga (lasciando gli appassionati senza le partite di Barcellona e Real Madrid). Chissà se dalla prossima stagione il fatto che non ci sarà più il campionato inglese potrebbe riaprire spiragli per il ritorno a Sky di Messi e di Cristiano Ronaldo, nonché del Bayern Monaco di Guardiola (Mediaset permettendo).