dalla Redazione
Quattro persone sono state arrestate dalla Polizia francese nella regione di Parigi e nel Sud del Paese, per legami con “una filiera jihadista”. Lo ha annunciato il ministro dell’Interno, Beranrd Cazeneuve. “Ci sono persone che reclutano degli jihadisti”, ha spiegato il ministro ai microfoni di Europe 1, aggiungendo che “al momento in cui vi parlo, sono in corso degli arresti”. Cazeneuve ha parlato di 4 fermati, ma non ha fornito alcun altro dettaglio.
Intanto Mehdi Nemmouche, il francese armato di kalashnikov e di pistola arrestato a Marsiglia per la strage del museo ebraico di Bruxelles, si è attribuito la strage. In un video di 40 secondi sequestrato a Nemmouche, il sospetto inquadra le armi in suo possesso e si sente la sua voce che dice: “Al museo ebraico la telecamera non ha funzionato”. Ma lui, però, continua a mantenere il silenzio, ha riferito il procuratore di Parigi, Francois Molins. L’uomo era stato condannato a sette riprese in Francia, e messo in carcere per cinque volte, in particolare a Lille (nel nord) e Tolone (nel sud). Fra le iscrizioni trovate sul telo che avvolgeva il kalashnikov sequestrato a Nemmouche, quella di “Stato islamico in Iraq e nel Levante”, un gruppo jihadista attivo soprattutto in Siria, dove il sospetto ha soggiornato presso gruppi combattenti dalla fine del 2012 per oltre un anno “prima di far perdere le tracce”.
Nemmouche sarebbe stato in Siria nel 2013 con dei jihadisti. L’uomo ha 29 anni ed è originario di Roubaix, nel nord. Sarebbe stato schedato come seguace della jihad islamica in Siria dai servizi interni francesi (DGSI). Venerdi’, si apprende, è stato posto in stato di fermo per omicidio plurimo in collegamento con un’impresa terroristica. Nemmouche, secondo fonti degli inquirenti, è il sospetto della strage del 24 maggio, quando quattro persone furono uccise nel Museo ebraico di Bruxelles. Sarebbe stato schedato come seguace della jihad islamica in Siria dai servizi interni francesi (DGSI). E’ stato arrestato alla stazione ferroviaria marsigliese di Saint-Charles dai servizi doganali, che l’hanno trovato su un pullman proveniente da Amsterdam e Bruxelles. Aveva un fucile kalashnikov e una pistola con munizioni dello stesso tipo di quelli usati nella strage e una telecamera.
I testimoni della strage, secondo la stampa belga, avevano riferito di un uomo con una macchina fotografica appesa alla tracolla di una delle sue borse. Molti avevano ravvisato un parallelo con Mohamed Merah, il killer di Tolosa, che nel marzo 2012 uccise tre paracadutisti poi tre bambini ebrei con il loro insegnante filmando le sue azioni con una telecamera. Altro indizio, un cappellino con visiera che il sospetto indossava al momento dell’arresto e che sembra simile a quello visibile sul capo dell’assassino nelle immagini della videosorveglianza diffuse dopo la strage.
Il fermo di Nemmouche può durare fino a 96 ore, quindi fino a martedì ma può essere prolungato a 144 ore nel caso che gli inquirenti affermino che se il fermato venisse rilasciato si sarebbe in presenza di un’imminente minaccia terroristica.
In vista dell’estradizione, la giustizia belga ha emesso un mandato d’arresto europeo, ha assicurato il portavoce del Tribunale federale belga Eric Van der Sypt, precisando che non si conoscono ancora i tempi dell’esecuzione dell’estradizione.
“Il livello di allerta” terroristica in Belgio “resta immutato rispetto a una settimana fa”, quando l’Ocam, che valuta il rischio alla sicurezza, lo ha aumentato al massimo livello, il 4. Lo ha affermato il procuratore federale del Belgio Frederic Van Leeuw dopo il fermo a Marsiglia del sospetto autore della strage del Museo ebraico a Bruxelles.
“Li combatteremo, li combatteremo, li combatteremo”: lo ha detto il presidente francese, Francois Hollande, in una prima reazione all’arresto del presunto autore della strage di Bruxelles, un francese jihadista di 29 anni. “Voglio rendere omaggio ai doganieri – ha detto Hollande – ai poliziotti, per aver consentito questo arresto. Abbiamo la volontà di perseguire questi jihadisti e di evitare che possano nuocere e di evitare un loro ritorno a una guerra che non è la loro e non è la nostra. Li combatteremo, li combatteremo e li combatteremo”.