di Stefano Sansonetti
Una poltrona fiscale che pesa, destinata a far capire come va delineandosi il potere all’interno del Fisco italiano. Ad averla conquistata è Luigi Magistro, vicedirettore dell’Agenzia delle dogane e dei Monopoli, il quale ieri è entrato nel consiglio di amministrazione di Equitalia al posto dell’uscente Attilio Befera, l’ex direttore delle Entrate nel frattempo sistematosi al vertice dell’Organismo di vigilanza dell’Eni. Quello di Magistro, approdato alla holding di riscossione proprio su indicazione delle Entrate, è soltanto il primo passo. Nei prossimi giorni, infatti, sarà nominato presidente di Equitalia, del resto lo stesso incarico sin qui ricoperto da Befera. L’operazione sembra destinata a confermare che la poltrona di direttore generale dell’Agenzia delle entrate, ormai, dovrebbe essere assegnata a Marco Di Capua, attuale vicario delle Entrate, la cui nomina è slittata per ben due volte in consiglio dei ministri. Del resto è presumibile che l’Agenzia, al momento retta proprio da Di Capua, abbia indicato Magistro in Equitalia proprio perché lo stesso vicario sente ormai la nomina in tasca. E’ così sfumata la candidatura del pm di Milano, Francesco Greco, in un primo momento appoggiato da palazzo Chigi ma inviso alla struttura dell’Agenzia. Con il ministro dell’economia, Pier Carlo Padoan, nel complicato ruolo di mediatore. Magistro, 55 anni, è un ex finanziere che riceve la pensione dalle Fiamme Gialle. In passato è stato capo dell’accertamento delle Entrate, vicepresidente di Equitalia Giustizia e consigliere di Sose. Secondo quanto filtra non percepirà alcun compenso da Equitalia. La sua nomina, tra l’altro, dimostra che Equitalia rimarrà in vita e non sarà accorpata all’Agenzia. I dipendenti della holding di riscossione godono del contratto dei lavoratori bancari, molto più vantaggioso di quello dei dipendenti pubblici. Insomma, non accetterebbero mai un cambiamento.
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