di Marco Castoro
Marcello Lippi vinse il Mondiale del 2006 e se ne andò da vincitore. Se non fosse più ritornato alla guida della Nazionale avrebbe conservato intatta l’eco del successo. Ma due anni dopo è voluto tornare sul luogo del delitto ed è finito a zampe all’aria. Mourinho vinse il triplete e saggiamente preferì lasciare l’Inter da vincitore e andare alla ricerca di nuove avventure e nuove semine. Perché ripetersi è più difficile di vincere. Conte ha vinto tre scudetti di fila, l’ultimo con un record di punti che resterà imbattibile. Ma il tecnico rimarrà un altro anno alla Juve. Il suo obiettivo – vero e dichiarato – è vincere la Champions. Ancelotti ha vinto la decima Coppa dei Campioni della storia del Real Madrid, eppure la sua panchina è stata traballante fino all’ultimo. E chissà come sarebbe andata a finire senza quel miracoloso gol di Sergio Ramos all’ultimo minuto. Il tecnico della Roma Garcia, nonostante la più che ottima stagione, ha rinnovato il contratto soltanto alla fine del campionato. Perché è giusto così. Io pago ma voglio vedere cammello.
Chi invece ha già intascato il contratto ancora prima di giocare il Mondiale è Cesare Prandelli. Per carità, nulla in contrario. Sta facendo un buon lavoro. Dopo un ottimo Europeo, rovinato dall’umiliante sconfitta subita in finale contro la Spagna, gli azzurri arrivano speranzosi al Mondiale in Brasile, nonostante il nostro gruppo di qualificazione sia durissimo. E i rischi di tornarsene a casa dopo tre partite ci sono tutti. Tuttavia il ct vola in Brasile con il nuovo contratto in tasca. Fino al 2016. Vinca o perda il Mondiale.
Più codice etico che distintivo
In realtà il tecnico Cesare Prandelli finora non ha vinto niente. È pur vero che non ha allenato club da scudetto o da supercoppa. La Fiorentina è stato il suo top. Da calciatore invece ha collezionato successi, ma giocava nella Juve. In Nazionale ha voluto e imposto il codice etico. Che poi ha adottato con i due pesi e le due misure. Alcuni giocatori non sono stati convocati dopo un gesto brutto e antisportivo. Altri più o meno (con una scusa o un’altra) l’hanno fatta franca. Nel caso di De Rossi addirittura la non convocazione del giocatore arrivò prima della sentenza del giudice sportivo che doveva giudicare la prova tv. Nel caso di Chiellini invece la convocazione c’è stata lo stesso. Del resto lo juventino avrebbe perso il mondiale in caso di punizione etica. Sarebbe stato come mutilare la difesa azzurra. Tuttavia, siamo sicuri che invertendo i casi, alla vigilia della partenza per il Mondiale anche De Rossi non sarebbe stato punito.
Soltanto un tecnico (Luis Enrique) fu ligio alla regola del codice etico, non convocando un giocatore importante (Osvaldo) prima di una partita anch’essa importante. Non sarà certo un caso se ora l’hombre vertical lo ritroviamo sulla panchina del Barcellona.
Prandelli vanta un altro caso poco chiaro.
Nel 2012 escluse Criscito e si portò invece Bonucci. Entrambi erano finiti nel pantano delle partite sotto il mirino della giustizia. Ne uscirono tutti e due bene. Ma l’inchiesta fu fatale solo per Criscito. Gli Europei fu costretto a vederseli in televisione e la sua carriera azzurra ebbe una brusca interruzione.
Manager pagato
più di Moretti e Sarmi
Prandelli ha parlato di pura formalità. L’accordo con la Federcalcio c’era già. La firma è slittata perché si è dovuta inserire la clausola dei diritti di immagine. Comunque, morale della favola, si porta a casa all’incirca un milione e mezzo di euro l’anno fino al 2016. In pratica la stessa cifra che guadagnava alla Fiorentina prima di prendere la Nazionale. L’azzurro gli costò una bella sforbiciata (più di 600 mila euro). Ma la Fiorentina è un club. Lì Prandelli faceva il manager privato. A Coverciano fa il manager pubblico. Ora guadagna più di Moretti alle Ferrovie (860 mila), Sarmi alle Poste (1 milione e 200 mila). Praticamente molto più del doppio di Gubitosi alla Rai (660 mila).
In linea con
il premier
Prandelli e Renzi. Come Diomede e Ulisse. Chissà se il fiorentino Dante vede anche loro come due fiammelle dell’inferno.
Hanno pure mangiato assieme la banana contro il razzismo, prontissimi a sfruttare l’onda mediatica del gesto di Dani Alves.
Il ct ha detto di aver chiuso l’accordo con la Federcalcio tre mesi fa. In pratica quando Renzi si insediò a Palazzo Chigi.
E come una brillante e miracolosa coincidenza la firma sul contratto di Prandelli viene annunciata in concomitanza con la schiacciante vittoria del premier e del suo Pd alle elezioni. Le Europee Renzi l’ha vinte alla grande. Prandelli i Mondiali deve ancora giocarli, ma le Europee l’ha perse rovinosamente in finale.