di Stefano Sansonetti
In principio era una semplice “carta sconto”, nata per agevolare gli acquisti culturali degli studenti dei licei. Adesso sembra proprio essere diventata una carta di credito. Quasi in silenzio, mentre tutta l’attenzione è concentrata sulla campagna elettorale per le europee, sotto il governo guidato da Matteo Renzi si sta perfezionando un’operazione dalle caratteristiche piuttosto “finanziarie”. In questi giorni, sui banchi di scuola, sta arrivando una pioggia di carte di credito. In questa prima fase sono in distribuzione 600 mila tessere. Ma siamo solo all’inizio: alla fine del percorso, che proseguirà fino a settembre-ottobre, ci saranno circa 3 milioni di carte, più o meno come il numero degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado. Il punto è che il ministero dell’istruzione, oggi guidato da Stefania Giannini, sta provvedendo all’ “evoluzione” delle vecchie carte “IoStudio”, nate nel 2008 come semplici tessere sconto per gli studenti, in carte di credito integrate con lo strumento di pagamento Postapay. Insomma, da tessere che consentivano agli studenti di ottenere sconti in musei, librerie ed esercizi commerciali vari, si è arrivati adesso a carte di credito emesse da Poste italiane e attive su circuito Visa. E qui, naturalmente, per i protagonisti dell’operazione si apre una frontiera di business, non tanto in termini di commissioni (che non sono alte), ma soprattutto in termini di “creazione” di nuovi clienti.
Le origini
Sia chiaro, il progetto di trasformazione in carta di credito, che si sta perfezionando in queste settimane, non è un’idea dell’ultima ora. L’ha lanciata nella parte finale del suo mandato Francesco Profumo, ministro dell’istruzione del governo presieduto da Mario Monti. Una presentazione del piano avvenne nell’aprile del 2013, proprio agli sgoccioli di quell’esecutivo. Dopodiché è partita tutta una fase attuativa che sta portando alle consegne materiali di questi giorni. Il progetto “IoStudio” era nato come “Carta dello studente” il 9 luglio del 2008, con la firma di un protocollo d’intesa tra i ministri dell’istruzione, delle infrastrutture e dei beni culturali, all’epoca rispettivamente Maria Stella Gelmini, Altero Matteoli e Sandro Bondi. Il documento venne firmato anche dal presidente delle regioni, Vasco Errani (Pd), e dall’allora presidente dell’Anci, Leonardo Domenici (Pd). Consenso trasversale, a quanto pare, per un progetto nato con finalità precise. L’art 1 del protocollo del 2008, infatti, stabilisce che la Carta dello studente nasce “al fine di facilitare, attestando lo status di studente, i consumi culturali mediante l’applicazione di riduzioni e l’estensione della gratuità per l’accesso ai luoghi di cultura statali”.
Gli sviluppi
E veniamo ai giorni nostri. E’ un documento informativo di BancoPosta, sul quale è riportata la dicitura “decorrenza 22 aprile 2014”, a chiarire tutti gli aspetti della nuova carta “IoStudio-Postepay”. Si tratta di una carta emessa da Poste italiane, oggi guidate da Francesco Caio (che ha recentemente preso il posto di Massimo Sarmi). Il tutto in base a una convenzione stipulata con il ministero dell’istruzione, ora in mano alla Giannini (che fa parte di Scelta Civica, movimento fondato dall’ex premier Monti). La carta, che in questa prima fase sta finendo in mano a ragazzi di 13-14 anni, può essere ricaricata (evidentemente dai genitori) con 2.500 euro l’anno, con un limite di prelievo di 1.000 euro sempre nell’arco dei 365 giorni. Utilizzandola si potrà accedere anche a tutte le offerte del circuito Bancoposta. Non solo, il documento aggiunge che la carta, “da anonima al portatore”, potrà essere trasformata in “nominativa”. Operazione consentita “solo ai titolari maggiorenni”.
Prospettive di guadagno
Naturalmente c’è tutto un corredo di commissioni, escluse solo fino al 30 giugno prossimo. Da quella data in poi si pagherà 1 euro per il caricamento della carta da circuiti Poste. Oppure si pagheranno 3 euro da sportelli Postamat con carte di credito Visa, Visa Electron, MasterCard e Maestro e 2 euro da punti vendita Sisal. Le commissioni di caricamento effettuate da titolari di conto corrente del gruppo Bpm saranno di 2 euro. Poi ci sono le commissioni per i prelevamenti: 1 euro da sportelli automatici Postamat, 1,75 euro da sportelli Visa/Visa Electron in Italia e paesi euro, 5 euro da sportelli Visa fuori da paesi euro. Certo, le condizioni della carta sono più vantaggiose delle altre. Ma la conclusione, al di là delle opportunità che avranno gli studenti, è che per Poste e circuito Visa si tratta di una bella opportunità di affari.
Le spiegazioni
Sul punto, Poste ha precisato a La Notizia che per la diffusione della carta “non riceve nessun contributo dal ministero, in quanto è stata vinta una gara di sponsorizzazione”. Quindi “tutti i costi sono a carico della società”. Quanto agli incassi da commissione Poste ha aggiunto che “parte dei ricavi vengono investiti per il fondo al diritto allo studio”. Il ministero dell’istruzione, sempre sollecitato da La Notizia, ha sostenuto che la nuova “IoStudio non è una carta di credito”, perché “non ci sono costi per l’attivazione” e perché è uno strumento “non associato ad alcuna linea di credito o conto corrente”. Però il ministero stesso non ha potuto fare a meno di confermare che si tratta di una carta “già predisposta per poter essere trasformata in una carta prepagata”. Rimangono ferme, naturalmente, le agevolazione per gli acquisti culturali. Ma una cosa è certa: IoStudio non è più la tessera che era nata nel 2008.
Twitter: @SSansonetti