di Fausto Cirillo
Matteo Renzi va di fretta e non ha alcuna intenzione di sentirsi dire cose spiacevoli. Nella sua personalissima visione del mondo chi lo critica è sempre in malafede e mosso da un unico obiettivo: quello di impedirgli di realizzare le riforme che ha solennemente promesso agli italiani. Insomma, ha sempre ragione. Ecco perché da due giorni va ripetendo in tv che i tecnici del servizio studi di palazzo Madama «hanno detto cose false» quando hanno espresso le loro perplessità sul decreto Irpef e sulle coperture delle norme sull’Irap. Un’accusa senza precedenti e che ha innescato un serio conflitto istituzionale. Il presidente del Senato Pietro Grasso si è infatti visto costretto a replicare con puntiglio alle accuse del presidente del Consiglio. «Mi faccio assolutamente garante dell’autonomia e dell’indipendenza degli uffici di Palazzo Madama del servizio del bilancio che da 25 anni, nei confronti di tutti i governi, fornisce analisi finanziarie approfondendo con attenzione i dati che accompagnano tutti i provvedimenti legislativi, analisi che possono suscitare dibattiti sul piano tecnico e reazioni sul piano politico, ma mai accuse di falsità né sospetti di interessi corporativi o addirittura personali».
Scontro istituzionale senza precedenti
Alle affermazioni stizzite della seconda carica dello Stato si sono presto aggiunte anche le critiche dell’opposizione e di alcuni esponenti della maggioranza per il comportamento troppo disinvolto del premier. Per il piddino Stefano Fassina «il servizio Bilancio del Senato, come il servizio corrispondente della Camera, è un’istituzione di eccellenza, elevata professionalità e indipendenza». Per l’ex viceministro dell’Economia gli attacchi del premier «sono particolarmente gravi» anche perché portati tra l’altro «non sulla base di elementi di merito ma in riferimento a una presunta volontà vendicativa da parte di una istituzione che, come sempre, si limita a fare professionalmente il suo lavoro». Ancora più caustico il commento del forzista Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato: «Le critiche di Renzi sono state respinte all’unanimità dalla Commissione bilancio del Senato e anche dal viceministro Morando e dalla relatrice Guerra, entrambi del Pd. A conferma dell’uso spregiudicato, offensivo e sgangherato che Renzi ha fatto dei rilievi tecnici. Non è un caso – aggiunge – che abbia nominato a capo dell’ufficio legislativo di palazzo Chigi la comandante dei Vigili di Firenze, in stile con certi film da anni ‘70, di cui era star la brava e bella Edwige Fenech, che in questo caso potrebbe intitolarsi ‘La vigilessa a Palazzo Chigi’. A dimostrazione poi della sua incompetenza, Renzi confonde persino il tasso di crescita del 2015, stimato da Moody’s fino a un massimo del 2 per cento, con quello del 2014 che il governo prevede essere allo 0,8. Per quest’anno Moody’s prevede, invece, una crescita dell’Italia compresa tra lo zero e l’1 per cento. Renzi studi prima di parlare». E Renato Brunetta, capogruppo azzurro alla Camera, infierisce su Twitter: «Grasso contro Matteo Renzi. Pd contro Pd. Il premier causa uno scontro istituzionale senza precedenti. Che dice Napolitano?».