Tragedia senza fine in Corea.
I sommozzatori hanno estratto quasi una ventina di cadaveri dal relitto del traghetto sudcoreano Sewol naufragato mercoledì 16 aprile. Lo ha riferito domenica mattina un portavoce della guardia costiera. Sul posto lavorano 500 sommozzatori, molti dei quali volontari. Il bilancio dei morti accertati sale così a 49, mentre i dispersi sono 253 e i salvati 174. A bordo della nave c’erano 476 persone. Domenica 200 parenti delle vittime hanno ripreso una marcia di protesta dalla città di Jindo fino alla sede della presidenza a Seul, distante 420 km.
Il capitano del traghetto sudcoreano Sewol naufragato al largo della Corea del Sud, già agli arresti, si difende dalle accuse e sostiene di avere ritardato l’evacuazione della nave per motivi di sicurezza. Lee Jun-seok, 52 anni, deve rispondere di cinque capi d’accusa, fra cui negligenza e violazione delle leggi marittime. Sabato l’uomo ha attribuito la sua decisione di ritardare l’evacuazione poichè il mare era agitato e non c’erano imbarcazioni di soccorso che avrebbero potuto trarre in salvo i passeggeri e l’equipaggio.
Sul Sewol, affondato mercoledì mattina, c’erano 476 persone: le vittime accertate sono salite a 49, le persone tratte in salvo sono finora 174, mentre i dispersi sono saliti a 253, che si ritiene siano in gran parte rimasti intrappolati nello scafo, il cui ultimo pezzo di chiglia ancora galleggiante è finito sabato sott’acqua. Le ricerche sono ostacolate dal maltempo.
Intanto è emerso che al timone, su disposizione del capitano, c’era una donna di 26 anni, assunta dalla compagnia di navigazione 6 mesi prima e con un’esperienza di un anno. Secondo i media di Seul, per lei c’è uno dei due mandati d’arresto disposti dalla procura da eseguire dopo l’arresto del capitano, oltre a quello di un altro membro dell’equipaggio.
La conferma che il traghetto affondato mercoledì al largo della Corea del Sud con 476 persone a bordo era pilotato dalla giovane e non dal comandante al momento dell’incidente è arrivata dal procuratore generale Park Jae-eok in conferenza stampa : “C’era il terzo luogotenente al timone quando è avvenuto l’incidente. Non il capitano, che stava dietro”, ha affermato il procuratore. Il comandante Lee Jun-seok è stato duramente criticato dai parenti delle vittime per aver lasciato la nave mentre centinaia di passeggeri erano intrappolati.
A rendere la vicenda ancora più drammatica è il probabile suicidio di un vicepreside della Danwon High School, responsabile degli studenti in gita sul traghetto Sewol.