L’Ucraina dàil via alla sua operazione anti terrosimo e il Paese appare sull’orlo di una guerra civile.
La notizia è stata data dal presidente ad interim Oleksandr Turchynov in parlamento. Il presidente ha assicurato che l’operazione sarà condotta “gradualmente, in maniera equilibrata e responsabile”.
Nel pomeriggio forze ucraine hanno condotto un attacco sull’aeroporto militare di Kramatorsk, preso l’altro ieri dai filorussi. Quattro filorussi sono morti e altri due sono rimasti feriti. Le forze ucraine hanno ripreso il controllo dell’ campo aereo militare di Kramatorsk, nell’est del Paese, occupato dai filorussi.
Nello stesso tempo truppe ucraine sono entrate a est di Sloviansk: lo ha riferito all’agenzia statale russa Ria Novosti Sergey Tsyplakov, che si definisce capo della milizia popolare del Donbass. “C’è un attacco importante a Slaviansk, veicoli con truppe corazzate stanno entrando in città. Ci sono molte truppe. Gli uomini sono pronti a difendere la città”.
Elementi delle forze di elite del 45mo reggimento aerotrasportato russo si trovano in territorio ucraino. Il vice premier Vitaly Yarema ha denunciato che fra le “diverse centinaia” di militari russi da tempo dispiegati, sotto copertura e gradualmente, a Slovyansk e Kramatorsk, ma anche nelle regioni di Kharkiv e Luhansk, ci sono anche elementi delle forze di elite russe.
La tensione, dunque, resta altissima e il il premier russo, Dmitri Medvedev, lancia un nuovo allarme: l’Ucraina “è sull’orlo di una guerra civile e questo fa davvero paura”. Il capo del governo moscovita sottolinea che “l’unica via per andare avanti è quella del dialogo con tutte le regioni ucraine”. E ribadisce la richiesta di una condivisione internazionale dei problemi economici dell’Ucraina, che per Mosca in questo momento significano soprattutto bollette del gas non saldate, per 2,2 miliardi di dollari.
La telefonata tra Vladimir Putin e Barack Obama, avvenuta nella notte, non è servita ad allentare la tensione.
I due restano sulle loro posizioni: il presidente russo nega qualsiasi ingerenza da parte di Mosca in Ucraina orientale, parla di febbre separatista e invita Washington a esercitare la propria influenza presso le autorità di Kiev in modo da evitare un “bagno di sangue”. Secondo quanto riporta l’agenzia ‘Ifx’, per il ministro degli Esteri Sergei Lavrov l’apertura di Kiev a una trattativa con i separatisti della regione orientale rappresente “un passo, peraltro molto moderato, nella direzione giusta”, ma la decisione di intervenire con la forza, potrebbe mettere a rischio qualsiasi tentativo di dialogo.
Intanto Il segretario generale della Nato esclude la possibilità di intervento militare in Ucraina. “Non discutiamo di opzioni militari in Ucraina. Noi continuiamo a pensare che ci sia bisogno di una soluzione politica e sul piano militare il nostro principale compito in questo momento è quello di rafforzare la difesa dei nostri alleati. Ed è quello che stiamo facendo”.