di Gaetano Pedullà
E poi ci si stupisce del dilagare degli euroscettici. L’Europa unita è una grande opportunità, ma questa Europa burocratica, ossessionata dai conti ed egoista, è una palla al piede per tutti. Lo è per l’Italia e senza perder tempo lo è già diventata anche per il governo di Matteo Renzi. In attesa di vedere da quale cilindro magico il premier e il suo ministro del Tesoro tireranno fuori i soldi per le misure shock promesse (taglio del cuneo fiscale, job act, pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni, piani di edilizia straordinari per la casa e per la scuola), Bruxelles si è portata avanti sfilando dalla manovra di Padoan quel poco di ciccia che ci stava. I fondi della politica di coesione, ha messo in guardia ieri il portavoce del commissario Haan, non possono essere usati per coprire la riduzione delle imposte. Dunque abbiamo un tesoretto di fondi europei (cioè anche nostri) che non possiamo usare se non come fa comodo alla Commissione Ue. Non basta che questi signori ci abbiano massacrato con vincoli, procedure d’infrazione, multe e persino sberleffi. Non basta che con l’Euro ci abbiano depredato e rifiutando di darci l’ombrello mentre pioveva ci hanno sacrificato alla speculazione internazionale (negando ad esempio la rete di protezione degli eurobond per fronteggiare la crisi finanziaria). La verità è che a Bruxelles non importa a nessuno della crescita, della necessità di cercare strade nuove, persino del buon senso di spendere i soldi piuttosto che lasciarli nel cassetto (e l’Italia non è esattamente virtuosa nell’utilizzare i fondi europei). Così gli euroburocrati sono da sempre i più grandi alleati degli euroscettici. L’idea di Europa muore, proprio come da Atene a Roma e Madrid muoiono migliaia di cittadini europei traditi da una crisi economica di cui questa Unione non è immune da responsabilità. Prima di dettarci i compiti a casa, farebbero bene pure a Bruxelles a farsi un esame di coscienza.