di Monica Tagliapietra
Troppi errori. Troppe truffe. E troppe battaglie in tribunale. Far causa ai medici è diventato uno sport nazionale. E adesso le assicurazioni non ne vogliono più sapere di assicurare i camici bianchi. Ortopedici, ginecologi e chirurghi i più tartassati. I dati dell’Ania, l’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici, parlano chiaro: negli ultimi due anni i contenziosi sono aumentati del 200%. Nel 2009 le denunce per danni subiti in ospedale erano state 34 mila. Oggi siamo vicini alle cento mila.
Così i costi per stipulare una polizza sono esorbitanti. Anche se spesso gli interventi andati male non sono addebitabili ai medici, ma la carenza di strutture che non compaiono quasi mai nei processi.
Un ortopedico per assicurarsi può vedersi chiedere anche 15 mila euro l’anno, un ginecologo oltre 10 mila, i chirurghi in media 7 mila. E va peggio ai chirurghi plastici, che ormai non trovano più una sola compagnia disposta ad assicurarli. Il motivo è che un risarcimento medio costa all’assicuratore dai 25 ai 40 mila euro. Troppo anche rispetto ai premi salatissimi pagati dai medici. Per questo, anche le poche compagnie che ancora assicurano i professionisti, dopo due denunce (anche infondate) a carico dei medici disdicono le polizze. E se questo accade una volta diventa poi quasi impossibile riuscire a stipularne un’altra. Un meccanismo quasi automatico, visto che le assicurazioni considerano un “sinistro” le semplici richieste di risarcimento, le informazioni di garanzia e le denunce persino senza alcun tipo di seguito.
Una legge entrata in vigore nell’agosto scorso prevedeva l’assicurazione obbligatoria di ogni professionista. L’associazione per i medici accusati di “malpractice”, Maurizio Maggiorotti, ha ottenuto un rinvio dell’obbligo assicurativo fino al 13 agosto prossimo. Dunque a meno che non cambi qualcosa, tra pochi mesi tutti i medici non assicurati saranno fuori legge.
I medici sono così disperati e gli effetti di questa “tagliola” si iniziano a vedere anche tra gli studenti di medicina e i giovani chirurghi, sempre più orientati ad abbracciare discipline specialistiche meno esposte allo tsunami delle richieste di risarcimento danni. Per curare un ginocchio o far nascere un bambino diventerà così sempre più difficile trovare uno specialista.
Le ragioni delle assicurazioni. Il sempre più frequente ricorso al bisturi per interventi di chirurgia plastica e chirurgia ortopedica aumenta il rischio di errore. I pazienti denunciano con più facilità anche in caso di colpe non gravi. Inquietante anche lo stimolo a denunciare di tutto che arriva da decine di studi legali specializzati negli errori sanitari, associazioni e pseudo associazioni di tutela dei malati. Uno scenario che non lascia alternativa se non aumentare enormemente il prezzo delle polizze per far fronte ai risarcimenti.
Le ragioni dei medici. I contenziosi sanitari sono diventati una moda. Molti medici vivono sotto pressione e con disagio la loro professione. Lavorare senza garanzie assicurative significa non poter intervenire efficacemente sui pazienti, assumendosi talvolta più rischi del dovuto, soprattutto durante un intervento chirurgico. Inevitabilmente, la conseguenza delle assicurazioni negate o troppo care si traduce in atteggiamenti anche eccessivamente scrupolosi da parte dei medici, che per evitare grane richiedono accertamenti di ogni tipo, talvolta persino inutili. A pagare è così pure il sistema sanitario nazionale, costretto a far fronte a nuovi giganteschi costi. Per i camici bianchi sopravvivere diventa in questo modo una sfida quotidiana. Per questo proprio domani a Roma l’associazione degli ortopedici richiama i suoi iscritti a “scuola” con un corso per insegnare come districarsi tra cause, leggi e burocrazia.