di Stefano Sansonetti
Aveva più fretta di Renzi. Eh sì, pare proprio che Pier Carlo Padoan non stesse nella pelle. E così, quando ancora doveva essere diffusa la lista ufficiale dei ministri, il capo economista dell’Ocse non si è trattenuto e ha confidato al Sole 24 Ore: “Mi hanno chiamato a fare il ministro dell’economia”. Per carità, il suo nome era ampiamente circolato nei giorni scorsi. Alla fine Padoan ha prevalso su quello che ormai può essere considerato l’eterno secondo nelle corse a via XX Settembre, ovvero Guido Tabellini, economista conosciuto a livello internazionale, ex rettore della Bocconi ma soprattutto consigliere di amministrazione della Cir di Carlo De Benedetti. Poltrona, quest’ultima, che può averlo definitivamente condannato all’esclusione, soprattutto dopo le polemiche dei giorni scorsi a proposito delle pressioni esercitate dall’ “Ingegnere” su Fabrizio Barca, affinché accettasse il ruolo di ministro dell’economia.
Di Padoan si conosce soprattutto la sua parabola cominciata all’Ocse nel 2007, come vicesegretario generale e poi anche come capo economista. Dal 2001 al 2005 è stato anche direttore esecutivo del Fondo monetario internazionale, ovvero una delle componenti della famigerata troika (con Commissione Ue e Bce) che detta le condizioni ai paesi “non virtuosi”. In Italia sono innegabili i contatti tra Padoan e Massimo D’Alema: l’economista, infatti, non soltanto è stato direttore della dalemiana fondazione Italianieuropei, ma è stato anche consigliere economico dello stesso D’Alema, quando questo era premier, e di Giuliano Amato. Chi lo conosce bene racconta di una sfrenata passione di Padoan per il calcio, in particolare per la Roma, di cui è un grande tifoso. “Uno di quelli che quando la Magica perde rosica di brutto”, ha confidato a La Notizia un’economista molto amico del nuovo ministro dell’economia.
Twitter: @SSansonetti