E’ durata l’arco di una notte ed è finita con un altro bagno di sangue la tregua a Kiev annunciata ieri sera dal presidente Viktor Ianukovich. La capitale ucraina questa mattina è ripiombata nel caos, il palazzo che ospita il governo e il parlamento sono stati evacuati e dalla ripresa degli scontri il nuovo bilancio potrebbe essere già di 36 morti, oltre ai 28 di ieri.
Mentre piazza Maidan brucia, c’è stato l’atteso incontro a Kiev tra Ianukovich ed i ministri degli Esteri tedesco, polacco e francese. Prima dei colloqui il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius è stato chiaro: “Dirò che bisogna fermare la violenza, che è evidentemente inaccettabile, e che ci apprestiamo questo pomeriggio ad adottare sanzioni contro i responsabili della violenza”, ha detto alla radio francese Europe 1. Fabius ha poi spiegato sul suo account Twitter che le sanzioni riguardano “la revoca dei visti e la sorveglianza, nonché il congelamento dei beni di un certo numero di responsabili” di Kiev. Si dovrà aspettare comunque l’esito del summit del pomeriggio Bruxelles per sapere il prossimo passo dell’Ue. Con il crescendo delle violenze, quindi, la posizione del presidente diventa di ora in ora più delicata. Anche alla luce della presa di posizione della Nato: “Invito fortemente il governo ucraino ad astenersi da ulteriore violenza. Se i militari interverranno contro l’opposizione, i legami con la Nato saranno seriamente danneggiati”, ha detto durante la notte il segretario generale dell’Allenaza Atlantica, Anders Fogh Rasmussen.