di Clemente Pistilli
Alla Scuola superiore dell’economia e finanze hanno cambiato idea su Milanese. L’ex consigliere del ministro Giulio Tremonti, riammesso in servizio nel 2013, con uno stipendio lordo annuo da 194.332 euro, nonostante indagini e processi in mezza Italia, è stato sospeso. Ma lui, anche se gli è stata garantita la metà della retribuzione stando comodamente a casa non ci sta, e ha ora fatto ricorso al Tar. Marco Milanese, che abbandonò la divisa da colonnello della Guardia di finanza per seguire Tremonti, è passato nella scorsa legislatura da potente a indagato. Il 28 marzo scorso, a Roma, ha incassato una condanna a 8 mesi di reclusione per finanziamento illecito di un deputato. A Napoli, dove la Procura lo voleva arrestare, salvo poi essere salvato dai colleghi parlamentari che hanno negato l’autorizzazione, a giugno è poi stato rinviato a giudizio, con l’accusa di essere parte di un’associazione per delinquere, dedita alla corruzione, di aver ricevuto orologi e auto di lusso, come Ferrari e Bentley, per fare soffiate su indagini delle Fiamme gialle che interessavano l’avvocato Paolo Viscione. E se non bastasse la Procura di Milano lo ha indagato nell’inchiesta sulla Banca popolare, per una legge che avrebbe favorito il signore delle slot Francesco Corallo, e quella di Roma per la casa in centro utilizzata da Tremonti e che sarebbe stata pagata da un imprenditore. Grane che hanno bloccato la carriera politica dell’ex ufficiale delle Fiamme gialle, ma che non gli hanno impedito di tornare in servizio alla Scuola superiore dell’economia e finanze, intascando oltre 16 mila euro lordi al mese. Il caso venne sollevato il 2 agosto scorso da La Notizia, i grillini presentarono un’interrogazione e la risposta del sottosegretario Pierpaolo Baretta fu che alla Scuola avevano saputo delle indagini su Milanese solo dopo la riammissione in servizio, che avevano avviato due procedimenti disciplinari, per destituirlo dall’incarico, ma che non avendo informazioni precise dalla magistratura avevano deciso di rinviare tutto, attendendo la conclusione dei processi.
Ora ci hanno ripensato e l’ex deputato è stato sospeso in via cautelare. Nonostante gli sia stata mantenuta metà del ricco stipendio, per tutta risposta Milanese ha però fatto ricorso, chiedendo al Tar del Lazio di annullare quella punizione e di farlo tornare in cattedra. Si vedrà.