di Angelo Perfetti
Le pressioni italiane valgono zero. L’India non si sente affatto imbarazzata dal proseguire nel tenere bloccati i nostri marò. E così, come preventivato, è arrivata un nuovo rinvio. La Corte Suprema indiana ha deciso oggi di rinviare l’udienza sul caso dei Marò a lunedì 24 febbraio alle 14 (le 9,30 in Italia) in attesa di una risposta scritta del governo sull’applicabilità o meno per questo caso della legge per la repressione della pirateria (Sua act). Il procuratore generale indiano G E Vahanvati ha precisato che spetterà al ministero della Giustizia valutare l’applicabilità del Sua Act, la legge antipirateria e antiterrorismo. Anche se il rischio della pena di morte per Latorre e Girone e’ stato escluso, l’Italia si oppone alla possibilità che vengano processati in base al Sua Act, perché significherebbe paragonare i due fucilieri di Marina a dei terroristi. L’ultimo rinvio sul caso e’ del 10 febbraio scorso, quando la Corte suprema di Nuova Delhi aveva rinviato a oggi, per la seconda volta, una decisione sui capi di imputazione.
De Mistura, l’invia italiano in India per seguire il caso, aveva promesso fuoco e fiamme in caso di ulteriore rinvio. Ecco quello che ha prodotto: “Ad un ulteriore rinvio noi opponiamo un ulteriore ultimatum – ha detto -. Comunque sara’ Roma che deciderà nelle prossime ore la linea da prendere davanti a questa situazione. Non e’ che con questa tattica dilatoria e qualche minima concessione l’India riuscirà a calmare il nostro sdegno”. Qualcuno spieghi a De Mistura che gli ultimatum non si replicano, altrimenti non sono ultimatum. Dopo l’ultimatum si agisce… Ma è proprio ciò che l’Italia non è stata in gradi di fare da due anni a questa parte. Agire.
Qualcosa la fa il ministro Bonino. Ma tra il considerare indesiderato l’ambasciatore indiano e richiamare il nostro in patria scegliamo – come se avesse pagato finora – sempre la linea più morbida. “Il governo italiano – ha infatti annunciato il nostro ministro degli Esteri, in odore di riconferma col governo Renzi – ha disposto l’immediato richiamo a Roma per consultazioni dell’ambasciatore a New Delhi, Daniele Mancini”.
Alza la voce la Angelilli: “L’ennesimo rinvio della decisione è assolutamente sconcertante: da due anni l’India ha sequestrato i nostri marò calpestando i diritti umani fondamentali e ogni trattato internazionale, un comportamento indegno di uno stato di diritto con istituzioni e tribunali che si rimpallano vergognosamente le proprie responsabilità, incapaci di prendere una decisione e strumentalizzando in maniera bieca la vicenda”. Il vicepresidente del Parlamento europeo Roberta Angelilli dalle 6 di questa mattina in presidio con i giovani di Ncd davanti all’Ambasciata dell’India a Roma insiste: “L’unica richiesta dell’Italia a questo affronto, con il supporto della comunità internazionale, deve essere il rimpatrio dei nostri marò”.