di Alessandro Barcella
Eterni e golosi. Potremmo definirli con questa immagine alcuni dei Rettori delle università italiane. Inamovibili, come tanti personaggi della politica e del sottobosco ad essa legato. Tutto legittimo, sia chiaro, mandati portati avanti nel rispetto delle norme. Mandati che talora, però, hanno sfruttato vuoti legislativi e interpretazioni di Legge. Eterni e poi golosi, perché una poltrona in un consiglio di amministrazione non si nega davvero a nessuno.
E’ la tanto contestata Legge 240 del 30 dicembre 2010, voluta dall’allora ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini, a stabilire le nuove norme da applicare al mandato dei rettori “in scadenza”. Una legge che se da un lato galoppa e punta ad una rapida approvazione, dall’altro morde il freno quando si tratta di toccare nel vivo gli interessi dei rettori italiani. Una legge che prevede un mandato unico di sei anni, non rinnovabile. Sì, ma da quando partono le nuove regole? E qui nasce la questione. Ecco allora che più di un ateneo propende per far partire i termini non dal momento dell’approvazione del nuovo Statuto universitario, ma dal via libera del Governo o dalla pubblicazione in «Gazzetta Ufficiale. I risultati? Vediamo cosa succede in particolare in due degli atenei milanesi.
Università statale Bicocca: Marcello Fontanesi, classe 1939, è ordinario di Fisica Generale. Una carriera, quella del rettore, costellata di prestigiosi riconoscimenti accademici (è stato direttore dell’Istituto di Fisica del Plasma del Consiglio Nazionale delle Ricerche). Un rettore eletto per la prima volta nel 1999, poi confermato con un mezzo plebiscito nel 2002, nel 2005 e nel 2008. Altri tempi, quando le Università ne potevano decidere in piena autonomia la durata del mandato. Fontanesi avrebbe dovuto cessare il suo incarico al vertice dell’ateneo il 30 settembre 2012. Nel frattempo però la riforma Gelmini interviene a determinare un quadro nuovo. “Abbiamo recepito la Legge nel nuovo statuto approvato a giugno 2012 –spiega l’ufficio stampa della Bicocca -. La legge prevede allora che ci sia data proroga sino all’anno successivo a quello accademico di entrata in vigore, ovvero il 30 settembre 2013”. Un salvataggio in corner, per un rettore che a dire il vero sarebbe già in pensione dal novembre 2011. E che farà dopo quella data? Potrebbe sempre riversare le sue energie in uno degli altri incarichi che già ricopre. Andiamo infatti dal Consiglio di Amministrazione del Museo della Scienza e della Tecnica “Leonardo da Vinci” di Milano alla presidenza del Consorzio Milano Ricerche e del Consorzio Interuniversitario Lombardo per l’Elaborazione Automatica (CILEA). Potrebbe magari rimanere nel cda della Fondazione Lombardia per l’Ambiente e del Comitato dei Garanti della Fondazione Collegio delle Università Milanesi. O infine proseguire nel Consiglio di Amministrazione della Società Luce di Sincrotrone-Trieste, o nel ruolo di componente del Cda del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Non pare essere da meno Salvatore Puglisi, Rettore della Libera Università di Lingue e Comunicazione (Iulm). Puglisi è il vero asso pigliatutto, in sella dal marzo 2001 e fino al 2015. La lista degli incarichi aggiuntivi di Puglisi, classe 1945, è davvero sconfinata. Si va dalla Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO alla Giunta della Conferenza Nazionale dei Rettori (CRUI), dalla presidenza della Fondazione Sicilia (già Fondazione Banco di Sicilia), al cda dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana “G. Treccani”. Il nostro rettore non disdegna inoltre la presidenza del Teatro Biondo-Stabile di Palermo, quella del Premio Letterario Internazionale Mondello e del Premio Internazionale Teatro “L.Pirandello” (passando infine per il cda dell’Associazione delle Casse di Risparmio Italiane e di Banca Sistema). Iulm è istituzione privata, direte voi. Certamente, ma non crediamo sia comunque un bel biglietto da visita l’assommare in sé così tante altre posizioni di vertice. Anche perché, dal dicembre 2011, Puglisi ricopre l’incarico ulteriore di rettore presso l’Università non statale “Kore” di Enna. Gianluca Vago, Andrea Sironi e Giovanni Azzone guidano rispettivamente Statale, Bocconi e Politecnico. Applicazione delle nuove regole e dunque 6 anni di mandato non rinnovabile per loro, anche se non rinunciano al gioco diffuso dei consigli di amministrazione. In controtendenza Franco Anelli, dal dicembre 2012 nominato rettore dell’Università Cattolica del sacro Cuore. Per lui 4 anni “appena” di mandato. Ogni regola, per fortuna, ha sempre la sua bella eccezione.