dalla Redazione
In un momento in cui l’Italia arranca, scoprire che la criminalità ha un tesoretto (attenzione, solo quello sequestrato dalla Guardia di Finanza) di 3 miliardi di euro, fa impressione. Mentre la politica si arrovella per cercare di ripianare i buchi di bilancio (senza però colpevolmente mettere mano a sprechi e privilegi) c’è un altra Italia che prosegue nei suoi lucrosi affari. Almeno fino a quando la Finanza non ci mette il naso. E così nel 2013 le Fiamme Gialle hanno sequestrato alla criminalità organizzata beni per 3 miliardi di euro. Sono state 3.929 le indagini patrimoniali, a carico di 8.869 tra persone e imprese, che hanno consentito di avanzare all’autorità giudiziaria proposte di sequestro per oltre 5,2 miliardi, il 73% in piu’ rispetto al 2012. Dal bilancio della Gdf emerge poi che le regioni centro-settentrionali, con il sequestro di beni e capitali per oltre 900 milioni (+80% sul 2012) si confermano al centro degli interessi finanziari dei clan: appalti di grandi opere ed edilizia, ciclo del cemento e smaltimento dei rifiuti speciali, vendita all’ingrosso e al dettaglio, ristorazione e attività ricettive, oltre a settori particolarmente “sensibili”, come le sale gioco e i ‘compro oro’, sono gli strumenti preferiti dalle mafie per il reinvestimento delle ingenti liquidità di cui dispongono.