dalla Redazione
Sì dell’aula della Camera alla risoluzione di maggioranza che approva la relazione del guardasigilli Anna Maria Cancellieri sull’amministrazione della giustizia. I voti a favore sono stati 296, i contrari 142, 32 gli astenuti (tutti di Sel e Fdi). “Il funzionamento del sistema giudiziario – ha detto il ministro – continua a essere “in sofferenza”. Al 30 giugno 2013 si contano 5,2 mln di processi pendenti in campo civile e quasi 3 mln e mezzo in quello penale. Nella relazione il ministro difende la riforma della geografia giudiziaria (razionalizzate le strutture, spiega) e fa presente che l’indulto darebbe risposte alle sollecitazioni europee. Poi ribadisce che le attuali condizioni di difficoltà per la giustizia non devono costituire alibi per l’immobilismo.
Codice penale e intercettazioni
Per la Cancellieri, in materia penale “è necessario introdurre meccanismi di deflazione del carico giudiziario, capaci di eliminare, gia’ in fase di indagine, gli accertamenti che, per la modestia degli interessi concretamente in gioco, non meritano il vaglio processuale”. Parallelamente, si dovranno “potenziare” i riti alternativi senza dibattimento ed “agire risolutamente sul sistema delle notificazioni degli atti giudiziari” e bisogna “realizzare una calibrata revisione del meccanismo delle impugnazioni, nella prospettiva di rafforzare la vocazione accusatoria del processo e la funzione di garanzia dei ricorsi”. Lo ha detto il ministro Cancellieri, aggiungendo che “razionalizzazione della spesa ed incremento di efficienza del servizio sono gli obiettivi che si intendono perseguire attraverso il completamento della procedura sulla gara unica per le intercettazioni”.
La mafia (non) esiste
Claudio Fava di Sel intervenendo sulla relazione del ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri è stato chiarissimo: “E’ imbarazzante il silenzio del ministro Cancellieri sulle minacce che Cosa Nostra ha rivolto in queste settimane ad alcuni magistrati siciliani. Imbarazzante il fatto che il Ministro non abbia sentito il dovere di esprimere almeno una preoccupata attenzione proprio il giorno in cui vengono rese note nel dettaglio le intenzioni stragiste di Totò Riina”. “Ci sembra – ha continuato Fava rivolgendosi al ministro – che la lotta alla mafia e alla corruzione non rientrino tra le priorità della sua azione, proprio nel momento in cui Cosa Nostra torna ad alzare il tiro sommando alle minacce di Riina contro il giudice Di Matteo quelle rivolte da Matteo Messina Denaro nei confronti di Teresa Principato. Ne prendiamo dolorosamente atto”, ha concluso il vicepresidente della commissione Antimafia.