Oltre duecento mila euro, tanto è costato ai cittadini del Lazio “Alberto il Grande”, l’omaggio che Carlo e Luca Verdone hanno reso ad Alberto Sordi a dieci anni dalla scomparsa del grande artista romano. Un bel documentario commissionato dalla Regione Lazio direttamente all’attore-regista italiano considerato l’erede dell’Albertone nazionale. Ora però il destino di quegli 80 minuti di immagini, testimonianze e spezzoni dei film più famosi di Sordi rischiano di finire chiusi in un cassetto, proprio nei giorni in cui si celebra uno dei padri del cinema italiano.
Il documentario è stato presentato ufficialmente lo scorso 19 febbraio, con un evento aperto al pubblico al Cinema Adriano di Roma, pochi giorni prima delle celebrazioni ufficiali organizzate dal Comune di Roma per l’anniversario della morte di Alberto Sordi, che cadeva proprio il 24 febbraio. Una data considerata “scomoda” dalla Giunta dimissionaria della presidente Renata Polverini, che aveva commissionato l’opera presentandola come un “fiore all’occhiello delle politiche culturali dell’amministrazione regionale di centro-destra”. Quello stesso giorno, infatti, i cittadini del Lazio erano chiamati alle urne per votare il nuovo presidente della Regione Lazio.
Da quel 19 febbraio tuttavia, nonostante in molti abbiano richiesto da più parti di poter mostrare al pubblico “Alberto il Grande”, il documentario è ancora chiuso a chiave negli archivi di Filas, la finanziaria regionale che, per conto della Regione Lazio, ha seguito tutte le fasi del documentario, dall’affidamento della sua realizzazione ad una società di produzione, la Arimvideo, fino alla sua presentazione ufficiale al pubblico. In un momento di vacatio istituzionale, Filas rivendita il diritto di decidere del futuro dell’opera.
Ma ripercorriamo in breve tutte le tappe. Nell’ottobre del 2012 la finanziaria regionale affida la realizzazione del docu-film diretto da Carlo Verdone e dal fratello Luca alla Arimvideo. Costo dell’operazione 150mila euro più Iva, che supereranno poi i 200mila euro se si aggiungono i costi sostenuti per la promozione e presentazione al pubblico dell’opera. Le riprese iniziano a dicembre per concludersi a fine gennaio. Dopo 20 giorni serrati di montaggio il docu-film è pronto per essere ufficialmente presentato. Da quel momento sono molti a immaginare per “Alberto il Grande” un futuro di festival, da Cannes a Bari a Los Angeles. Cinecittà Luce si è già fatta avanti. Si tratterebbe comunque di proiezioni gratuite perché l’opera ha un carattere esclusivamente culturale. La Giunta Polverini, che ha lasciato ormai la Regione, non può più formalmente decidere. E Filas, in attesa dell’insediamento del nuovo Governo regionale, punta i piedi. Il documentario per ora rimane chiuso in un cassetto.
di Igor Mei