È stato il presidente francese Francois Hollande, la sera prima dell’uscita in edicola di Closer, a informare personalmente la sua compagna Valerie Trierweiler che il settimanale avrebbe pubblicato la notizia della sua relazione segreta con l’attrice Julie Gaynet. Lo scrive il quotidiano francese Le Figaro, aggiungendo che la premiere dame rimane ancora nell’ospedale parigino dove è stata ricoverata venerdì mattina «a titolo preventivo, esaurita dalla tensione nervosa», a quanto riferiscono persone del suo entourage. Secondo Le Figaro, i medici avrebbero prescritto una cura del sonno di una decina di giorni e la Trierweiler dovrebbe rimanere diversi giorni in osservazione.
di Anais Ginori per la Repubblica
L’ultima apparizione pubblica risale all’8 gennaio, per la festa dell’Epifania all’Eliseo, che in Francia si festeggia con il taglio di una torta tradizionale. Valérie Trierweiler, accanto a François Hollande, distribuiva le fette con un inappuntabile vestito nero, sorridente e distaccata. Negli ultimi mesi era dimagrita, si era fatta ancora più bionda ed elegante.
La première dame aveva anche deciso di trasferirsi a vivere dentro al palazzo presidenziale, nell’ala est, abbandonando il suo appartamento nel quindicesimo arrondissement. Un disperato tentativo di riallacciare con il compagno, o di impedire, non riuscendoci, le sue fughe amorose in motoretta.
«Conosco la politica, per me sarà più facile» aveva risposto Trierweiler a Carla Bruni che, nel passaggio di consegne del 2012, l’aveva avvertita sui veleni contro le compagne dei Presidenti. Come cronista di Paris Match, ha frequentato per anni la buvette del parlamento, sempre notata per la chioma felina e gli occhi azzurri.
Ma un conto è scrivere, un conto è vivere sulla scena pubblica. Il ricovero di Trierweiler venerdì, avvenuto in gran segreto, sembra l’improvviso cedimento di una donna che si presentava come forte, determinata. «È il suo modo di vendicarsi» commenta una collega che l’ha frequentata a lungo. Cattiverie, rumors, i famosi veleni di cui sopra, contro una donna che, prima ancora di entrare all’Eliseo, era chiamata «Rottweiler».
Madre di tre figli, che ha cresciuto da sola, senza alimenti dall’ex marito, Denis Trierweiler, anche lui giornalista di Paris Match, Trierweiler si è rapidamente guadagnata un record di impopolarità. Il ruolo da première dame le è subito andato stretto. «Presidente, non la sposi!» ha urlato una passante a Hollande, durante una vista a Digione, un anno fa. E ora sui social network sono in tanti a malignare dopo le rivelazioni di Closer e il suo crollo nervoso.
«Ora subisci quello che hai fatto a Ségolène» sostiene la vulgata. La rivalità con Royal è uno snodo cruciale, non solo privato. Trierweiler ha firmato nel 1992 l’intervista all’esponente socialista subito dopo il parto di Flora, ultima dei quattro figli della coppia. La relazione con Hollande diventerà di dominio pubblico solo nel 2007. «È la donna della mia vita» dirà poi lui, posando per i rotocalchi. Ma nonostante le rassicurazioni, Trierweiler è rimasta gelosissima.
«Embrasses-moi sur la bouche», baciami sulla bocca, ha intimato al nuovo Presidente la sera del 6 maggio 2012, dopo che sul palco era salita Royal. Una rivalità che ha spinto Trierweiler a gesti inconsulti come il famoso tweet del giugno 2012, nel quale si schierava con il candidato rivale della socialista.
Il “tweetgate” è stato l’inizio di una crisi di coppia che forse non si è mai più ricomposta. Al
danno pubblico infierito al Presidente, si è aggiunta la difficoltà di conquistare il “cuore dei francesi”, come vuole la tradizione. Impegnata nelle battaglie contro la violenza sulle donne, ha partecipato a diversi viaggi in Africa. Nell’ottobre scorso è intervenuta sull’affaire Leonarda, la bambina rom espulsa durante una gita scolastica. Anche in quel caso molti commentatori hanno sostenuto che le sue erano dichiarazioni “fuoriluogo”.
«Non starò più zitta» ha annunciato due mesi fa, ricordando Danielle Mitterrand, sovversiva e controversa première dame, che ha saputo sopportare la doppia famiglia del marito. Poi si è subito dovuta correggere: «Non starò più zitta sulle questioni umanitarie». Chissà se, una volta “libera”, manterrà la promessa. In una lotta per esistere, tra privato e pubblico, Trierweiler è ora la donna fatale che potrebbe travolgere l’immagine del Presidente.