Cresce la tensione tra Cina e Filippine nel delicato scenario del Mar cinese meridionale. L’ultima scintilla è scoppiata intorno all’atollo di Sandy Cay, dove cittadini filippini hanno piantato la bandiera di Manila, provocando la reazione immediata di Pechino.
Secondo quanto riportato dal South China Morning Post, la Guardia Costiera cinese ha dichiarato di aver “gestito” sei cittadini filippini che sarebbero “atterrati illegalmente” sul reef situato nelle Isole Spratly — conosciute in Cina come Isole Nansha. “Le azioni delle Filippine violano la sovranità territoriale della Cina”, ha affermato Liu Dejun, portavoce della Guardia Costiera cinese, aggiungendo che Pechino continuerà a svolgere “attività di protezione dei diritti e di applicazione della legge” nelle acque sotto la sua giurisdizione.
Cresce la tensione tra Cina e Filippine nel Mar cinese meridionale: “Rischio di escalation militare”
L’incidente arriva pochi giorni dopo un’altra operazione cinese sulla stessa area: secondo quanto riferito dalla CCTV, personale della Guardia Costiera di Pechino era sbarcato su Sandy Cay per piantare una bandiera cinese e ribadire la sovranità della Cina sull’atollo.
Manila, dal canto suo, respinge le accuse. Jay Tarriela, portavoce della Guardia Costiera filippina, ha affermato sui social media che il personale militare e delle forze dell’ordine delle Filippine ha condotto una “esercitazione di routine e legittima di consapevolezza e giurisdizione marittima” su Sandy Cay. Tarriela ha inoltre segnalato la presenza di almeno sette navi cinesi nell’area durante le operazioni filippine.
Sandy Cay — chiamato Tiexian Jiao in Cina — si conferma così come un nuovo focolaio nelle complesse dispute territoriali che da anni alimentano attriti tra Pechino e Manila nel Mar cinese meridionale, una zona strategica contesa anche da altre nazioni della regione.