di Maurizio Grosso
Non poteva mancare all’appello. Proprio quando gli italiani viaggiano di più per le feste, o almeno quelli che se lo possono ancora permettere, arrivano puntuali gli aumenti dei pedaggi autostradali. I quali, neanche a dirlo, vanno a riempire sempre di più le tesche dei soliti noti, di quelli che a buon diritto potrebbero essere considerati i “signori” delle autostrade. Su tutti spiccano tre nomi. In cima alla lista c’è sicuramente il gruppo Benetton, che attraverso Atlantia controlla Autostrade per l’Italia, ossia la concessionaria a cui fa capo il 60% circa delle rete che percorre il territorio nazionale. Poi c’è la Toto holding, che fa capo alla famiglia del costruttore Carlo Toto, che controlla la Strada dei Parchi spa, la concessionaria delle A25 e A24 che collegano Roma alla costa adriatica. E c’è il gruppo Gavio, di fatto il secondo gestore delle rete, concessionario di un’incredibile quantità di tratte nell’Italia settentrionale.
La cuccagna
Insomma, per tutti loro è festa grande dopo che il ministero delle infrastrutture e dei trasporti, guidato da Maurizio Lupi, ha dato il via libera a un aumento delle tariffe. Lo stesso Lupi ha comunicato che l’incremento medio è del 3,9%. Ma c’è da considerare che molte società concessionarie sono pubbliche, perché dietro hanno enti locali come regioni, province e comuni. In quel caso parliamo di soldi che rimangono in un perimetro pubblico. Molto spesso, però, gli incrementi più consistenti sono proprio appannaggio dei concessionari privati, con punte che raggiungono anche l’8%. Alla fine della fiera, dunque, ci troviamo di fronte a una cuccagna miliardaria che rende felici i soliti noti dietro al pretesto di ottenere adegamenti tariffari “dovuti”, in quanto indispensabili a recuprare investimenti fatti sulla rete.
Dal Tirreno all’Adriatico
Gli aumenti decretati dal ministero nei giorni scorsi vedono come ideale primatista il gruppo Toto. Si dà infatti il caso che l’aumento maggiore, pari all’8,28%, sia stato riconosciuto alla Strada dei Parchi spa, ovvero la società che gestisce le autostrade A24 e A25 dal Lazio all’Abruzzo. La società in questione fa capo alla Toto holding, ovvero la finanziaria che controlla tutte le società della famiglia di Carlo Toto, ex patron di Air One poi confluita in Alitalia, di fatto, per essere salvata da una fine catastrofica. E’ appena il caso di ricordare, tra le altre cose, che il gruppo Toto controlla anche la Toto Costruzioni Generali, ovvero uno dei più grandi general contractor italiani. Dal sito internet, tanto per dire, si apprende che la società di costruzioni è attiva in vari ambiti, anche in quello dell’ammodernamento della concessionaria Strada dei Parchi (che sempre di Toto è). Un bel groviglio di ruoli che consente al gruppo di fare una montagna di soldi.
Le mani sul Nord
Se poi ci si sposta un po’ più su, nella cartina geografica dell’Italia, si scopre che tra i concessionari più importanti c’è il gruppo della famiglia Gavio. La quale, attraverso la holding Sias, controlla un’incredibile quantità di società concessionarie. Per esempio c’è la Cisa, che gestisce la A15 e che da adesso gode di un aumento tariffario del 6,26%. Poi c’è la Sitaf, che gestisce centinaia di chilometri in Piemonte, alla quale è stato riconosciuto un incremento del 4,3%. Per non parlare della Salt (A12) e dell’Autostrada dei fiori. Di sicuro per i signori della autostrade italiani è stato un Capodanno da sogno. Ma non va dimenticato il fatto che molte concessionarie, beneficiate da aumenti tariffari consistenti, sono controllate da enti pubblici. Per esempio l’Autovie Venete (+7,17%) è controllata da Friulia (la finanziaria del Friuli Venezia Giulia) e dalla regione Veneto. La Cav A4 (+6,26%) è controllata da Anas (100% Tesoro) e ancora regione Veneto.