Le Lettere

Lucida follia

Trump diceva che avrebbe chiuso la guerra in Ucraina in tre giorni. Invece ora sembra incline ad abbandonare il negoziato. Forse ha visto che la cosa è più complessa di quanto credesse.
Mariano Ulissi
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Gentile lettore, qualcuno direbbe che anche per Trump è difficile leggere nella testa di Trump. Però io credo che i suoi metodi siano più una posa studiata per confondere l’avversario che non una reale follia. Ho già scritto che gli americani, tutti inesperti di diplomazia a partire da Witkoff e Rubio, si sono lasciati giocare da Macron e Starmer, i quali hanno convinto Zelensky a chiedere una “tregua” invece di una “pace”. Però è impossibile che gli americani, per quanto ingenui, non abbiano capito che gli europei mirano a prolungare la guerra. Penso invece che la nuova freddezza di Trump sul tema Ucraina abbia a che fare con la Cina. Non è un mistero che The Donald volesse coinvolgere Putin in un patto a tutto campo, mirando a ridisegnare gli equilibri mondiali, come una nuova Jalta. Il fine era di isolare la Cina, il vero nemico. Ma la Russia deve essersi rifiutata di abbandonare l’alleato cinese. Il 23 febbraio scorso Dimitrii Suslov, un consigliere di Putin che partecipa ai negoziati, diceva: “Trump vuole minare la più forte istituzione anti-egemonica, cioè i Brics. Questo va contro gli interessi russi. Non permetteremo che i nostri rapporti con Cina, Iran e Corea del Nord vengano danneggiati. Non daremo via le relazioni che ci hanno assicurato la sopravvivenza negli ultimi tre anni. In nome di cosa? Trump non sarà lì per sempre”. Penso che la spiegazione sia tutta racchiusa in quelle frasi.