L'Editoriale

Tutti sul carro (funebre) di Papa Francesco

Tutti sul carro (funebre) di Papa Francesco

Ci sarà, innanzitutto, Donald Trump, sabato prossimo a Roma per i funerali di Papa Francesco. Che non si poteva certo considerare in vita un estimatore del presidente Usa al quale non fece sconti per le politiche migratorie dalla sua amministrazione. “L’atto di deportare persone che in molti casi hanno lasciato la loro terra per ragioni di estrema povertà, insicurezza, sfruttamento, persecuzione o grave deterioramento dell’ambiente – scrisse Bergoglio un paio di mesi fa in una lettera ai vescovi statunitensi -, lede la dignità di molti uomini e donne, e intere famiglie, e li pone in uno stato di particolare vulnerabilità e incapacità di difendersi”.

Ci sarà anche la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, quella del Piano di riarmo europeo da 800 miliardi di euro. Se fosse ancora tra noi, a vederla sfilare al suo capezzale, il Santo Padre le avrebbe probabilmente rivolto la parola citando se stesso: “Io mi sono vergognato quando ho letto che un gruppo di Stati si sono impegnati a spendere il due per cento, credo, o il due per mille del Pil nell’acquisto di armi, come risposta a questo che sta succedendo adesso. La pazzia!”.

Ursula e Donald potrebbero incontrarsi a Roma, rovinando i piani di Giorgia Meloni che avrebbe voluto attribuirsi il merito del summit, per discutere di dazi e armi. Cioè di guerre, commerciale e militare, reiteratamente condannate dal Pontefice a cui si apprestano a rendere l’estremo saluto. Quando si dice l’ipocrisia! Ai funerali del Papa, non ci saranno invece Vladimir Putin né Benjamin Netanyahu.

Se si presentasse, il presidente russo finirebbe agli arresti per crimini di guerra su mandato della Corte penale internazionale. Il premier israeliano, su cui pende lo stesso ordine di cattura che però nessuna delle cosiddette democrazie occidentali si sognerebbe di eseguire, dopo aver spudoratamente ordinato alle ambasciate di rimuovere perfino i messaggi di cordoglio per un Pontefice che ha osato condannare lo sterminio in corso a Gaza, non ci sarebbe andato a prescindere (ha poi annunciato la presenza dell’ambasciatore presso la Santa Sede). Ma almeno, a differenza di altri, ha avuto la decenza di non saltare sul carro (funebre) di Francesco.