Una volta il ministro Francesco Lollobrigida dichiarò che da noi spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi. Mai assunto più falso. Circa 3,4 milioni di persone in Italia sono in condizione di insicurezza alimentare, moderata o grave.
Hanno cioè difficoltà a reperire e assumere cibo di qualità, sicuro e accessibile. In questa fascia della popolazione, sottolinea la Fondazione Diabete e Ricerca, le probabilità di sviluppare il diabete sono da 2 a 3 volte più alte; più frequenti anche sovrappeso e obesità, che interessano rispettivamente il 32% e il 19,9%.
Aumentano le persone che fanno la spesa nei discount
Si tratta di “un paradosso solo apparente: in presenza di ristrettezze, la scelta cade su cibi più economici, spesso pronti o ultra-processati e palatabili, dal gusto immediatamente gratificante”, spiega Angelo Avogaro, presidente della Fondazione Diabete e Ricerca.
“I dati ci dicono che il 7,5% degli italiani non si può permettere un pasto a base di carne o pesce o proteine equivalenti ogni due giorni e la spesa nei discount è in aumento”.
“L’Insicurezza alimentare conduce al diabete tramite tre strade: una nutrizionale, una comportamentale e una legata alla salute mentale”, sottolinea la presidente della Società Italiana di Diabetologia Raffaella Buzzetti.
Inoltre, le difficoltà economiche complicano anche la gestione della malattia: portano a una minore aderenza alle terapie, a un controllo glicemico scarso e a effetti sulla salute mentale come ansia e depressione.
Non solo: “a fine mese le famiglie diminuiscono i consumi”, tanto che “il rischio di ricovero per ipoglicemia nelle persone con diabete aumenta del 27% durante l’ultima settimana del mese”, sottolinea Buzzetti.