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La pesante eredità di Bergoglio difficile da ignorare

La pesante eredità di Bergoglio, anche quella in tema dei diritti degli ultimi e di attenzione ai poveri, sarà difficile da ignorare.

La pesante eredità di Bergoglio difficile da ignorare

Le reazioni unanimi alla morte di Papa Francesco fanno ben comprendere la grandezza dell’uomo oltreché della guida spirituale. Del resto Jorge Mario Bergoglio, il gesuita “venuto dalla fine del mondo” che scelse il nome del poverello di Assisi, chiarì fin da subito quale sarebbe stata la sua direttrice. Tre giorni dopo essere stato eletto esclamò: “Ah, come vorrei una Chiesa povera e per i poveri!”. E proprio gli ultimi, i dimenticati sono stati il baricentro del suo pontificato. “I poveri ci facilitano l’accesso al Cielo: per questo il senso della fede del Popolo di Dio li ha visti come i portinai del Cielo” che “ci dischiudono la ricchezza che congiunge terra e Cielo e per la quale vale veramente la pena vivere: l’amore” affermò Francesco nel 2019 in occasione della Giornata Mondiale per i Poveri.

Un messaggio ribadito più volte negli anni a venire. “Non dimentichiamo i poveri, i cristiani non si girano dall’altra parte” disse nel 2019 esortando governi e organizzazioni internazionali, ma anche la Chiesa stessa. “Quando l’unica legge diventa il calcolo del guadagno a fine giornata – asserì nel 2022 – allora non si hanno più freni ad adottare la logica dello sfruttamento delle persone. Il lavoro senza giusto salario e orario è schiavitù”. Nel 2016, ricevendoli in Vaticano, Bergoglio lanciò agli imprenditori di Confindustria un messaggio pungente e quantomai attuale: “Siete chiamati a tutelare la professionalità, e al tempo stesso a prestare attenzione alle condizioni in cui il lavoro si attua, perché non abbiano a verificarsi incidenti e situazioni di disagio. La vostra via maestra sia sempre la giustizia, che rifiuta le scorciatoie delle raccomandazioni e dei favoritismi, e le deviazioni pericolose della disonestà e dei facili compromessi”.

Ancora: “La legge suprema sia in tutto l’attenzione alla dignità dell’altro. Sia questo orizzonte di altruismo a contraddistinguere il vostro impegno: esso vi porterà a rifiutare categoricamente che la dignità della persona venga calpestata in nome di esigenze produttive, che mascherano tristi egoismi e sete di guadagno”. Chiunque gli succederà dovrà raccoglierne il lascito. In molti indicano nel Segretario di Stato vaticano Pietro Parolin il suo naturale sostituto, ma tra i nomi che circolano c’è anche quello dell’arcivescovo di Barcellona Omella che, nel recente passato, ha posto l’accento proprio sul bisogno di sensibilità per i più poveri e sull’“importanza di integrare la cura di coloro che arrivano alle nostre frontiere”. Vedremo. Il detto è così: chi in conclave entra Papa ne esce cardinale. E viceversa.