di Alessandra Fassari
Dopo Chrysler Fiat ieri ha conquistato pure Piazza Affari, chiudendo la seduta in rialzo del 16,4%, quotando 6,92 euro per azione dopo scambi pari al 6,4% del capitale. Il mercato ha premiato le condizioni strappate da Marchionne, che consentono al gruppo torinese di diventare davvero un costruttore globale senza doversi ulteriormente svenare con un aumento di capitale che sembrava inevitabile. A questi valori Fiat capitaliazza adesso 8,4 miliardi di euro.Forti acquisti anche su Exor, cresciuta del 4,4% a 30,2 euro.
Accordo strategico
L’accordo con il fondo pensione americano Veba per rilevare tutto il pacchetto del 41,5% di azioni Chrysler ieri ha monopolizzato le prime pagine della stampa finanziaria internazionale. Dal Financial Times al Wall Street Journal i giudizi sono stati tutti positivi. E questo non solo perchè Fiat è riuscita a pagare in cash solo 1,75 miliardi, facendo uscire i restanti 1,9 miliardi dalle casse delal stessa Chrysler sotto forma di dividendo straordinario. Con l’acquisizione di Capodanno Fiat ha chiuso “una delle operazioni più strategiche nel settore automobilistico”, ha scritto il Financial Times, spiegando che la transazione “permetterà una fusione con Chrysler e quindi di sfruttare economie di scala di cui ha tanto bisogno”. Ora Fiat sarà “meno dipendente da un mercato europeo in affanno e si troverà in una posizione migliore per sfruttare al massimo le opportunità che offre il mercato Usa, in pieno boom”, ha sottolineato il quotidiano londinese. Per il Wall Street Journal l’operazione “mette fine ad uno scontro” tra Fiat e il fondo pensione Veba che “copriva di nubi il futuro di entrambe le case automobilistiche”. Alla luce dell’accordo “l’Ipo verrà cancellata”, scrive il quotidiano Usa, citando fonti vicino alla vicenda. E l’accordo “dovrebbe dare a Sergio Marchionne la libertà di cui ha bisogno per consolidare le operazioni delle due società”, ha aggiunto il Wsj, avvertendo però che anche per il nuovo gruppo Fiat-Chrysler non sarà facile operare “in un mercato globale dominato da rivali più grandi e più ricchi come Volkswagen, Toyota, Gm e Ford”.
Due voci critiche
Non tutti però hanno festeggiato per la notizia. Due le principali voci fuori dal coro: le agenzie di rating e i sindacati. Per Fitch, l’acquisizione delle minorities di Chrsyler non ha alcun impatto immediato sul rating di Fiat. L’agenzia di rating, che valuta da tempo – come le altre – il titolo Fiat a livello di spazzatura, ha comunque giudicato positivamente i termini economici dell’accordo. Poca apertura di credito e persino voci preoccupate si sono sentite anche dal sindacato, con la Cgil in testa. Bene l’operazione negli Stati Uniti, ma qui resta aperta la questione degli stabilimenti italiani, degli investimenti promessi e ancora mai visti sui nuovi modelli e persino il rinnovo del contratto di lavoro degli 80 mila dipendenti complessivi del gruppo. Contratto per il quale si riapre a metà gennaio un tavolo di contrattazione.