Meloni commissariata dall’Ue. Oggi vede Trump mentre sull’economia rimedia una raffica di bocciature

Il servizio sanitario rimane largamente sotto finanziato. I Comuni lamentano la ripresa della politica dei tagli

Meloni commissariata dall’Ue. Oggi vede Trump mentre sull’economia rimedia una raffica di bocciature

Comincia male per il governo il ciclo di audizioni sul Documento di finanza pubblica (Dfp). Per Gimbe le risorse per la sanità rimangono insufficienti. Per i sindacati, dalla Cgil alla Uil, il testo manca di visione e certifica il fallimento delle politiche dell’esecutivo.

Gli artigiani chiedono interventi mirati e coraggiosi per tutelare il Made in Italy, proteggere l’export, sostenere gli investimenti. I commercianti, come la Confesercenti, ritengono che il Dfp sia ancora segnato da un eccessivo ottimismo pur avendo dimezzato le stime sul Pil.

I comuni esprimono preoccupazione per i tagli.

Dalla sanità ai Comuni: è un coro di lamentele

Per Gimbe le risorse in più per la sanità ci sono, ma restano largamente insufficienti. “Alla luce delle stime al ribasso del Pil e del quadro macroeconomico, va riconosciuto all’Esecutivo il merito di aver scongiurato ulteriori e drammatici tagli alla spesa sanitaria. Tuttavia, nonostante l’incremento previsto in valore assoluto, il peso della sanità sul Pil resta inchiodato al 6,4% fino al 2028, lasciando il Ssn largamente sottofinanziato”, dice il presidente Nino Cartabellotta.

Il Documento di finanza pubblica “manca completamente del quadro programmatico. Di fronte agli stravolgimenti in corso sullo scenario internazionale, rischiamo di procedere senza idee e senza bussola. Per quanto riguarda invece il quadro tendenziale, il Dfp certifica di fatto il fallimento delle politiche economiche del governo”. E’ l’affondo della Cgil per bocca del segretario confederale Christian Ferrari in audizione in commissione Bilancio del Senato.

“È stata appena approvata una manovra di circa 30 miliardi, e già si certifica la perdita cumulata – rispetto alle previsioni – di oltre 31 miliardi di Prodotto interno lordo nominale tra il 2025 e il 2027” ha detto Ferrari.

Dalla Cgil alla Uil: il Dfp manca di visione e strategie

“Il Documento di finanza pubblica è pericolosamente privo di visione. Non ci sono nuove politiche economiche, non si intravedono investimenti strutturali né una strategia concreta per affrontare le grandi transizioni sociali, economiche e ambientali. Siamo davanti a un aggiornamento dei conti senza contenuti”, dice, ugualmente severo, Santo Biondo, segretario confederale della Uil.

Confartigianato, Cna e Casartigiani lanciano “un appello chiaro al governo”: “Non basta la prudenza contabile, servono interventi mirati e coraggiosi per tutelare il Made in Italy, proteggere l’export, sostenere gli investimenti e rafforzare il tessuto produttivo diffuso delle piccole imprese che tiene in piedi l’economia italiana”.

E ancora. “Il Documento di finanza pubblica dimezza le stime di crescita per l’Italia, ma il quadro delineato appare ancora segnato da un eccesso di ottimismo”, dice la Confesercenti.

Le stime fosche della Confesercenti: Pil 2026 con i dazi a -0,3%

“A preoccupare, in particolare, è la svolta protezionistica dell’amministrazione statunitense, che potrebbe avere un impatto più ampio del previsto sulla nostra economia, con una crescita del pil e dei consumi che già quest’anno dovrebbe ridursi rispettivamente allo 0,4% e allo 0,7%, due e tre decimi di punto al di sotto delle stime del governo”, afferma. Inoltre, si avverte, “uno scenario peggiorativo potrebbe concretizzarsi se l’intonazione dei mercati tornasse a essere quella osservata all’arrivo dei dazi: in tal caso, si correrebbe il rischio di recessione, con il pil in campo negativo già nel 2026 (-0,3%)”.

E poi è stato il turno dell’Anci. “I Comuni e le Città metropolitane continuano a dimostrare una straordinaria capacità di investimento che nel 2024 ha toccato quasi 19 miliardi di euro e anche il primo trimestre del 2025 registra un incremento di 400 milioni rispetto al 2024. Tuttavia resistono dei blocchi ai pagamenti anticipati dai Comuni per strettoie burocratiche così come desta preoccupazione la ripresa della politica dei tagli alle risorse correnti nel periodo 2025-2029”, ha detto il presidente del Consiglio nazionale dell’Anci e sindaco di Ascoli Piceno, Marco Fioravanti.

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