Il prezzo della benzina scende, ma di poco. Mentre le quotazioni del petrolio sono crollate. Un paradosso che evidenzia come a rimetterci siano sempre i cittadini, con un calo minimo al distributore che non rispecchia la flessione delle quotazioni del greggio. Ieri è stato raggiunto, per i carburanti, il prezzo medio più basso da oltre due anni: secondo l’elaborazione di Quotidiano Energia il costo medio della benzina in modalità self è di 1,731 euro al litro e quello del diesel di 1,628 euro al litro. Il calo c’è, certo, ma è minimo. Soprattutto se consideriamo le quotazioni del petrolio: il Brent, per esempio, è ormai intorno o sotto i 65 dollari al barile da giorni.
Crollano le quotazioni del petrolio, ma la discesa per benzina e diesel è inferiore
Dal 4 aprile non ha mai superato i 66 dollari (fino a ieri sera), con minimi anche al di sotto dei 60. Livelli che non si vedevano dal 2021: tra l’8 e il 14 marzo di quell’anno, però, la benzina costava 1,566 euro al litro e il diesel 1,436 euro. Molto meno di oggi. Stesso discorso tra il 22 e il 28 febbraio 2021, con livelli simili per il petrolio a quelli di oggi ma la benzina a 1,536 euro al litro e il gasolio a 1,408 euro.
Anche il Codacons sottolinea come il calo sia insufficiente: il petrolio è oggi deprezzato del 22% rispetto ai picchi del 2025, con il Wti passato dai 78 dollari al barile di metà gennaio a 60,5 dollari. Il prezzo della benzina, invece, è sceso molto meno: da 1,823 euro al litro a 1,731 euro. La riduzione è solo del 5%. Idem il gasolio, sceso da 1,726 a 1,628 euro al litro: il 5,7% in meno. Numeri che per l’associazione attestano ancora una volta “le anomalie” del settore petrolifero, con i carburanti che salgono subito al crescere del greggio, ma che non calano proporzionalmente alle quotazioni.