Lo hanno già ribattezzato decreto salva 730. Il suo obiettivo, infatti, è quello di mettere in sicurezza gli acconti Irpef del 2025 dopo il pasticcio del governo sulle nuove aliquote. Era stato il ministero dell’Economia, poi, ad annunciare un intervento dopo la denuncia della Cgil che avrebbe obbligato i contribuenti a pagare in anticipo un acconto che tiene conto delle quattro aliquote e non del nuovo sistema a tre aliquote Irpef.
Prima di Pasqua dovrebbe quindi arrivare il nuovo decreto, come anticipa Il Sole 24 Ore, mettendo in salvo le dichiarazioni precompilate disponibili dal 30 aprile. Un intervento necessario per evitare che i contribuenti si trovino a pagare acconti non dovuti e che verrebbero restituiti solo in un momento successivo.
Il pasticcio del governo sull’Irpef
Il governo interverrà sul decreto legislativo con cui ha ridotto l’aliquota Irpef tra i 15mila e i 28mila euro, portandola dal 25% al 23%, innalzando allo stesso tempo la detrazione da lavoro dipendente da 1.880 a 1.955 euro: quel provvedimento non prevede l’applicazione della nuova disciplina agli acconti per gli anni d’imposta 2024 e 2025.
Stabilizzando però le nuove aliquote Irpef si andava a penalizzare i contribuenti che si troverebbero costretti a pagare un acconto che gli verrebbe restituito solo successivamente. Il nuovo provvedimento cancellerà questo riferimento per gli acconti, eliminando quindi la necessità di versare una somma di fatto non dovuta.
Nel chiarimento che il Mef ha fornito ai Caf e al sindacato ha spiegato che l’acconto per il 2025 è dovuto solo “nei casi in cui risulti di ammontare superiore a 51,65 euro la differenza tra l’imposta relativa all’anno 2024 e le detrazioni, crediti d’imposta e ritenute d’acconto, il tutto però calcolato secondo la normativa applicabile al periodo d’imposta 2024”. Resta il problema di una corsa contro il tempo, con la necessità di regolarizzare le nuove regole – con tanto di applicazione da parte dell’Agenzia delle Entrate – entro il 30 aprile.