La produzione industriale in caduta libera intanto Meloni sbianchetta la parola riarmo

Il leader M5S Conte accusa Meloni di aver svenduto l’Italia per il RearmEu, senza il coraggio di metterci la faccia

La produzione industriale in caduta libera intanto Meloni sbianchetta la parola riarmo

Ogni volta che si parla di riarmo le diverse sensibilità tra i partiti, anche all’interno delle stesse coalizioni, emergono ed entrano in conflitto tra loro. È il solito copione quello che si è riproposto ieri alla Camera.

La maggioranza ha deciso di ricompattarsi su una mozione che, per evitare di far esplodere le contraddizioni tra Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, è andata di bianchetto, cancellando, tra le proteste dell’opposizione, la parola “riarmo”.

Le opposizioni, invece, hanno deciso di marciare divise presentando ognuna – complessivamente sei testi – la propria mozione. Si va dalla richiesta di accelerare sul piano di riarmo formulata da Azione, alla proposta di cancellazione del ReArm e della sua sostituzione con investimenti in sanità, lavoro, sostegno alle imprese e istruzione dei Cinque Stelle.

In mezzo resta il Partito democratico alle prese con lo scontro interno fra la maggioranza interna e l’ala riformista.

La maggioranza va di bianchetto, le opposizioni marciano divise

Insomma c’è chi boccia la proposta europea senza appello, come M5s e Avs. Chi invece la sostiene, come Più Europa, Azione e Italia viva.

Il Pd, infine, si pone nel mezzo, con la richiesta di una “revisione radicale” del piano di von der Leyen, indicando come obiettivo primario la difesa comune europea.

Ma partiamo dalla maggioranza. Alla fine è passata, come prevedibile, solo la sua mozione. Ma, per celare le posizioni distinte sul piano di riarmo europeo, la maggioranza preferisce non parlarne.

Ne viene fuori che il governo, al cospetto del Parlamento, non prende posizione sul piano di Ursula. La mozione della maggioranza non ne fa minimamente cenno, ma impegna genericamente l’esecutivo “a proseguire nell’opera di rafforzamento delle capacità di difesa e sicurezza nazionale al fine di garantire, alla luce delle minacce attuali e nel quadro della discussione in atto in ambito europeo in ordine alla difesa europea, la piena efficacia dello strumento militare”.

La mozione del centrodestra viene approvata con 144 sì e 105 no al termine di un dibattito acceso in cui è emersa plasticamente la spaccatura nella maggioranza con FI favorevole al piano di Riarmo da un lato e la Lega pesantemente critica sul piano di Von der Leyen dall’altro.

Nell’aula della Camera emergono le spaccature interne alla maggioranza

“Dopo l’intervento del collega Billi e dopo le parole del Sottosegretario Perego dico che in un’altra epoca si sarebbe andati al Quirinale a fare una verifica di governo, perché c’è un problema serio nella maggioranza, molto serio”, evidenzia Stefano Graziano (Pd).

“Noi della Lega – aveva detto Simone Billi – ci opponiamo fermamente a questi 800 miliardi di debiti per la difesa europea. Graveranno sui bilanci, saranno dispersi in migliaia di rivoli. Se ci sono 800 miliardi da spendere è nostro dovere non spenderli in armi e proiettili, ma in salute, in ospedali, scuole e lavoro”.

A difendere la necessità di maggiori investimenti in difesa era stato prima il sottosegretario alla Difesa Matteo Perego di Cremnago (FI), poi la forzista Isabella De Monte (“Ci vuole una risposta europea, che deve essere quella dell’incremento della nostra capacità di difenderci”), quindi FdI con Giangiacomo Calovini, spiegando che “un’Ue che aspira a essere protagonista nel mondo non può rimanere dipendente da altri per la propria sicurezza. Sostenere oggi una politica di rafforzamento della capacità difensiva nazionale e continentale non significa abbracciare una visione bellicista, ma dotarsi degli strumenti necessari per salvaguardare la pace dell’Europa e dell’Italia”.

L’attacco di Conte a Meloni

In aula interviene il leader M5S Giuseppe Conte che, riprendendo i temi del palco della manifestazione contro il riarmo di sabato scorso, attacca Giorgia Meloni che “si è assunta una grande responsabilità storica, politica e morale: il 6 marzo scorso ha sottoscritto senza nessun mandato un piano di riarmo da 800 miliardi per consentire ai singoli Stati europei di potersi riarmare a piacimento”.

E ancora. “Meloni svende l’Italia per il ReArm. Da loro no lezioni di patriottismo. Voi patrioti? Siete diventati Fratelli di Germania. Siete completamente incapaci – ha aggiunto Conte rivolto a FdI -. Vi sfuggono i dettagli di questo piano, non c’è traccia di difesa comune europea. Noi non siamo antimilitaristi, non dite frescacce! Questa è la distruzione dell’Europa”.

L’opposizione prova a stoppare il voto sulla mozione di maggioranza, appellandosi al regolamento della Camera e osservando che il documento del centrodestra non cita in nessun passaggio il piano di riarmo europeo e quindi non era assimilabile alle altre mozioni all’ordine del giorno.

La questione alla fine finisce sul tavolo della Giunta del Regolamento.