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Clandestini via e bambini al lavoro: l’ultima follia dei trumpiani

In Florida, negli Usa, arrivano due proposte di legge per incentivare il lavoro minorile durante i giorni di scuola.

Clandestini via e bambini al lavoro: l’ultima follia dei trumpiani

Le avvisaglie c’erano già state negli scorsi anni in diversi Stati, fra cui l’Iowa. Ma ora che Donald Trump è tornato nello Studio Ovale, gli Usa stanno imboccando un pericoloso crinale. La storia è questa: in Florida, governata dall’ultracattolico repubblicano Ron DeSantis – candidatosi alle ultime primarie del Gop per la Casa Bianca prima di lasciare il passo al tycoon – si stanno discutendo due proposte di legge che puntano a modificare le regole sul lavoro minorile. Cambiamenti, suggeriti proprio dai repubblicani, che si preannunciano epocali. L’obiettivo è far sì che, persino nei giorni di scuola, i ragazzi dai 14 anni in su possano svolgere lavori (usuranti compresi) su turni superiori a otto ore e addirittura senza pause pranzo. Proprio così.

Come se non bastasse, le pdl prevedono che pure i 13enni vengano impiegati, ma solo se hanno ultimato le scuole medie. Tali provvedimenti hanno una finalità precisa: colmare il vuoto derivante dalle espulsioni dei migranti irregolari, un’ossessione per il presidente statunitense e il suo gabinetto. “Meglio assumere bambini che clandestini” pare essere il motto. In uno Stato in cui, come ricordato dal “manifesto”, la media dell’abbandono scolastico è del 20% (oltre il 40% in alcune contee) e le violazioni delle leggi sul lavoro minorile sono più che triplicate negli ultimi sei anni, opposizioni e sindacati sono saliti sulle barricate. I repubblicani però non sembrano minimamente intenzionati a fare retromarcia. Anzi. Citando i numeri dell’Economic Policy Institute, think tank con sede a Washington, il “Financial Times” ha rammentato come, fra il 2021 e il 2024, 31 Stati americani hanno presentato proposte di legge per indebolire le tutele sul lavoro minorile. Ciò rischia di avere serie conseguenze sulla salute degli adolescenti.

“Il lavoro notturno è orribile per una serie di motivi: saranno i ragazzi poveri a farlo, quindi le loro opportunità educative saranno ulteriormente marginalizzate” e “non avranno quella scala per uscire dalla trappola della povertà” ha dichiarato al quotidiano finanziario della City Russell Foster, professore di Neuroscienze circadiane all’Università di Oxford. Con Trump “il mercantilismo è tornato, il morbillo è tornato” e “ora potrebbe tornare anche il lavoro minorile” è la chiosa del FT. Non si tratta, comunque, di un’esclusiva a stelle e strisce. Nel mondo, un bambino su dieci è costretto a lavorare; per Save the Children, in Italia 336mila minorenni tra i 7 e i 15 anni hanno avuto esperienze di lavoro. Nel silenzio più assoluto.