In Italia si registra “un quadro di crescente vulnerabilità tra i migranti rifugiati, in un contesto caratterizzato da politiche migratorie sempre più restrittive e dalle difficoltà di accesso a un sistema di accoglienza adeguato, non sempre all’altezza del compito che è chiamato a svolgere; situazioni che rendono l’inclusione sociale un percorso a ostacoli”.
È quanto emerge dal Rapporto annuale 2025 del Centro Astalli di Roma che contiene una fotografia aggiornata sulle condizioni di richiedenti asilo e rifugiati che durante il 2024 si sono rivolti al Centro promosso dai padri Gesuiti italiani, usufruendo dei servizi di prima e seconda accoglienza offerti a Roma e nelle città di Bologna, Catania, Grumo Nevano, Palermo, Padova, Trento, Vicenza.
Nel Rapporto, che sarà presentato domani a Roma alla presenza del cardinale vicario, Baldo Reina, si sottolinea poi come aumentano i richiedenti asilo nei servizi di bassa soglia e cresce la richiesta di bisogni primari. Permangono, inoltre, “precarietà e fragilità”: coloro che si sono rivolti al Centro Astalli nel 2024 hanno, infatti, manifestato bisogni primari come cibo e salute, “diretta espressione delle difficoltà di accesso da parte di molti al circuito dell’accoglienza istituzionale”, si mette in luce. L’alto numero di pasti distribuiti alla mensa di via degli Astalli (oltre 65mila) conferma poi il persistere di uno stato di precarietà e fragilità che, a differenza del 2023, ha colpito maggiormente anche le fasce d’età adulte, a indicare una crescente difficoltà nel consolidare percorsi di autonomia anche per chi è in Italia da più tempo.
Migranti, il Centro Astalli lancia l’allarme: “In Italia cresce la vulnerabilità tra i rifugiati”
“Aumenta la vulnerabilità ma l’emersione è sempre più difficile e le risposte sempre più complesse: la necessità di adattare i servizi di tutte le sedi in cui il Centro Astalli opera per rispondere alle mutate esigenze di un’utenza con bisogni primari urgenti e con crescenti vulnerabilità, ha reso evidente – si legge nel Rapporto – l’urgenza di superare un approccio burocratico alle vulnerabilità, che esclude tutti coloro che non rientrano nei parametri stabiliti a livello centrale”.
Questo nella coscienza che “le politiche migratorie e gli atteggiamenti prevalenti verso i migranti, sia in Italia che in Europa, hanno determinato una progressiva esclusione dei richiedenti asilo e dei rifugiati dall’esercizio di diritti fondamentali. Le politiche messe in atto, tra azioni dirette e omissioni silenziose e quotidiane, hanno contribuito a privarli, infatti, – sostiene il Centro Astalli – di diritti e protezione, relegandoli a una condizione di subalternità e, in molti casi, di vera e propria inferiorità sociale, causando nei casi più gravi la caduta delle persone nell’irregolarità”.
Tutto ciò mentre “il divario digitale accresce diseguaglianze sociali e marginalità e il diritto all’abitare si scontra contro muri burocratici e sociali, mentre l’inclusione dei rifugiati rappresenterebbe invece un’opportunità di crescita per l’intera società”.