Taiwan guarda con crescente preoccupazione le continue esercitazioni militari condotte dalla Cina attorno all’isola. Il timore, secondo quanto riportato dal South China Morning Post, è che una di queste manovre possa un giorno evolvere improvvisamente in un’offensiva militare su larga scala.
Dal 2022 a oggi, Pechino ha condotto almeno sei esercitazioni attorno a Taiwan, molte delle quali comprendenti simulazioni di sbarco anfibio e manovre a fuoco vivo. L’ultima, avvenuta la scorsa settimana con la partecipazione del gruppo d’attacco della portaerei Shandong, ha incluso simulazioni di attacchi di precisione contro porti e infrastrutture energetiche, sollevando nuove preoccupazioni a Taipei.
Arthur Chi, analista dell’Istituto di ricerca sulla difesa nazionale e la sicurezza di Taiwan, sottolinea come queste esercitazioni abbiano una doppia funzione: addestrare le forze armate cinesi e osservare le reazioni delle controparti taiwanesi, informazioni che potrebbero rivelarsi cruciali per una pianificazione di guerra futura. “Le forze armate della Cina stanno testando i nostri tempi di risposta. Ogni esercitazione è anche un’opportunità per studiarci”, ha dichiarato Chi.
Taiwan, teme la guerra con la Cina: “Le esercitazioni militari cinesi potrebbero trasformarsi in un attacco”
A far crescere l’allerta è anche il fatto che, secondo gli analisti, i caccia cinesi sarebbero in grado di raggiungere Taipei entro tre minuti dall’attraversamento della linea mediana dello Stretto di Taiwan. Un tempo troppo breve per un’efficace intercettazione da parte dell’Aeronautica taiwanese, come osserva il tenente generale in congedo Chang Yen-ting.
Tuttavia, non tutti condividono lo scenario di un attacco improvviso. L’ex portavoce del ministero della Difesa di Taiwan, Ma Lu De-yun, ha minimizzato la possibilità che un’esercitazione si trasformi repentinamente in un’offensiva. Secondo l’ex funzionario, un’operazione su larga scala richiederebbe settimane, se non mesi, di preparazione logistica, con spostamenti di truppe, mezzi da sbarco e sistemi missilistici che difficilmente passerebbero inosservati, soprattutto sotto l’occhio attento dei satelliti americani e degli alleati regionali.
“La nostra rete di difesa aerea è pienamente operativa e in grado di rispondere alle minacce – ha dichiarato Lu – e qualsiasi movimento su vasta scala verrebbe intercettato ben prima dell’inizio delle ostilità”.