Fisco a credito per 1.300 miliardi. E c’è lo zoccolo duro dei furbetti

Nonostante le obiezioni al suo disegno di legge sulla rottamazione quinquies aumentino, la Lega vuole andare avanti

Fisco a credito per 1.300 miliardi. E c’è lo zoccolo duro dei furbetti

A dare i numeri della montagna di debiti che il nostro Paese ha verso il Fisco è stato mercoledì l’Ufficio parlamentare di bilancio. Che ha avanzato critiche anche sul disegno di legge della Lega che propone l’introduzione, tra le altre cose, della rottamazione quinquies.

Al coro di critiche si è aggiunta la Corte dei Conti e dubbi sul disegno di legge di Matteo Salvini sono arrivati anche dal ministero dell’Economia, di cui è titolare il leghista Giancarlo Giorgetti.

Ieri si sono aggiunti i numeri e i rilievi sollevati dal direttore dell’Agenzia delle Entrate ed Agenzia Entrate-Riscossione, Vincenzo Carbone.

Lo stock di debiti col Fisco sfiora i 1.300 miliardi

Complessivamente, il carico contabile residuo dei ruoli affidati dai diversi enti creditori nel periodo primo gennaio 2000-31 gennaio 2025, ammonta a 1.279,8 miliardi, ha detto Carbone in audizione alla commissione Finanze del Senato, precisando che i crediti residui appaiono per circa il 40% del loro importo di difficile recuperabilità per le condizioni soggettive del contribuente. Ma il dato più interessante fornito da Carbone riguarda i recidivi, ovvero i furbetti del fisco. “I contribuenti con debiti residui da riscuotere, senza considerare eventuali coobbligati, sono circa 22,3 milioni, di cui circa 3,5 milioni persone giuridiche, e i restanti 18,8 milioni persone fisiche, di cui 2,9 milioni con un’attività economica”, ha spiegato, evidenziando l’elevata recidività dei soggetti che presentano carichi iscritti a ruolo.

I furbetti del fisco: oltre il 60% dei morosi lo è da dieci anni

“Nella relazione viene detto che il 77% dei soggetti iscritti a ruolo ha avuto iscrizioni in tre anni precedenti quindi è recidivo. Noi dobbiamo partire da questa prima considerazione, gran parte del magazzino di Agenzia Entrate-Riscossione è formato da recidivi”, dice Carbone rispondendo alle domande durante l’audizione.

“Mi permetto di dirlo solo perché a volte si dice che ‘uno sta in difficoltà’ – osserva – giustamente è possibile per tre, quattro o cinque anni, ci mancherebbe altro e quello è un aspetto da valorizzare, però addirittura abbiamo più del 60% da più di 10 anni, quindi non è che ha dieci cartelle, potrebbe avere dieci cartelle per anno e questo è un punto dal quale dobbiamo partire”.

I rischi per il gettito dalla nuova rottamazione

E veniamo alla proposta della Lega. Nella nuova rottamazione, “l’introduzione di un meccanismo di flessibilità” che consente “di non pagare fino a 7 rate senza incorrere nella ‘decadenza’, potrebbe determinare, a breve e medio termine, effetti finanziari negativi”.

“Ciò, con il rischio di un utilizzo strumentale dell’istituto da parte dei debitori e l’aumento consequenziale dei già elevati tassi di ‘decadenza’ registrati nelle precedenti misure di definizione agevolata”, ha aggiunto Carbone.

Peraltro le precedenti rottamazioni hanno inciso poco sulla mole dei crediti da riscuotere. “Le misure di definizione agevolata dei debiti residui, sebbene abbiano contribuito e contribuiranno nei prossimi anni, sulla base delle scadenze dei piani di pagamento inviati ai contribuenti, a sostenere i risultati di riscossione, non hanno, però, inciso significativamente sulla riduzione del volume complessivo dei crediti ancora da riscuotere, costituito principalmente da quote di ammontare rilevante, le cui aspettative di riscossione, se non remote, sono comunque marginali rispetto all’entità del loro importo residuo”, spiega Carbone.

Le precedenti rottamazioni hanno inciso poco sulla mole da riscuotere

La prima edizione della rottamazione ha ridotto il magazzino di circa 13,6 miliardi di euro, a fronte di un importo riscosso, a titolo di ‘capitale’, di circa 9,3 miliardi di euro e ha registrato un tasso di “decadenza” pari al 53%.

La ‘Rottamazione-bis’, insieme alla ‘Rottamazione-ter’, in cui è parzialmente confluita, hanno ridotto il magazzino di circa 13,9 miliardi, a fronte di un importo riscosso, a titolo di ‘capitale’ pari a 11,9 miliardi, e hanno registrato tassi di ‘decadenza’ rispettivamente pari al 68% e 70%.

L’istituto del ‘Saldo e Stralcio’, poi, ha inciso sul magazzino per circa 3,9 miliardi, a fronte di un importo complessivamente riscosso, a titolo di ‘capitale’, pari a 0,8 miliardi di euro, con un tasso di ‘decadenza’ pari al 45%.

Ma la Lega non sente ragioni: avanti sulla nostra proposta

Ma la Lega non sente ragioni. “La Lega – sottolinea il deputato del Carroccio, responsabile del dipartimento Economia del partito, Alberto Bagnai – non intende fare nessun passo indietro rispetto alla rottamazione decennale delle cartelle esattoriali. Rispettiamo ma non ci convincono le analisi che su base puramente contabile parlano di scarso successo delle precedenti rottamazioni, perché evidentemente non tengono conto delle catastrofi (pandemia, crisi energetica, guerra) che hanno colpito il tessuto economico dal 2020, cioè da quando la rottamazione ter sarebbe entrata a regime”.

L’Ufficio Parlamentare di Bilancio e la Corte dei Conti sono sempre stati sfavorevoli alle rottamazioni – spiega ancora Bagnai – non stupisce che si esprimano in modo contrario anche a questa rateizzazione lunga, che però è totalmente diversa rispetto al passato e dà invece certezze e regolarità di pagamento ai cittadini, come nel caso di un mutuo, mettendoli nelle condizioni di riuscire a pagare il pregresso ma anche l’anno in corso non generando più arretrati fiscali e contributivi.

Peccato che anche l’Agenzia delle Entrate sollevi obiezioni e dubbi, come dicevamo sopra, sono stati avanzati anche dal Mef.